«Calvinista come Milano Ecco perché mi voterà»

Stefano Maullu, ci dica la data e il luogo di nascita e come si definisce in tre aggettivi.
«Ho 48 anni, sono nato a Milano sotto il segno dei Pesci. Sono tenace, onesto, concreto»
Perché un milanese dovrebbe votare proprio lei?
«Perché è una città calvinista, che premia il lavoro e l’efficienza. Ho iniziato a far politica in questa città, dalla gavetta, dalla sezione ai consigli di zona in periferia, al consiglio comunale con Albertini, poi al consiglio regionale e tutto il network di contatti politico e sociale è su questa città»
Che cosa ha fatto di buono nel passato?
«Aver gestito l’emergenza Abruzzo con la Protezione civile di Regione Lombardia è stata un’esperienza assolutamente significativa e impegnativa: abbiamo portato l’efficienza lombarda»
Una cosa che si pente di aver fatto.
«Aver candidato e fatto eleggere qualche persona ingrata, quindi aver dato fiducia a chi non ha il dono della riconoscenza, che in politica è una virtù e un valore».
Una promessa elettorale, ma una sola e concreta.
«Più integrazione tra le forze dell’ordine e più risorse a disposizione della sicurezza nei quartieri di periferia milanesi. Il Pgt milanese deve passare dalla riqualificazione della periferia».
La prima cosa da migliorare nel Pdl?
«Riascoltare di più il messaggio iniziale di Silvio Berlusconi e non è piaggeria. Devo ringraziarlo perché nel 2000 mi candidò lui personalmente in consiglio regionale dopo esser stato selezionato da Ermolli».
Per quale assessorato si sente tagliato?
«Gli assessorati li decide Formigoni. Qualsiasi cosa decidesse il presidente, purché dinamica e sono assolutamente contento del lavoro fatto con la Protezione civile».
Qual è il suo personaggio politico preferito?
«Anche a costo di essere un po’ scontato direi Berlusconi, intanto perché è la persona che ha cambiato il corso della storia del Paese. Per molti versi ricorda Giolitti, perché crede nell’unità d’Italia e nelle modernizzazione. Il tricolore è dappertutto, in tutti i brand che lui impone».
Ultimo libro letto.
«Ho letto con piacere Spostando la notte più in là di Mario Calabresi, perché lui racconta gli anni di piombo, un periodo che ho vissuto anche io e che è uno spaccato dell’uomo e del personaggio. Questo periodo, per la contrapposizione politica e gli atteggiamenti di rottura, danno il senso di un pericolo scampato ma che potrebbe tornare. È un libro che consiglio a tutti.

Un bel film è “Le vite degli altri“, spaccato di una società illiberale, la Germania dell’Est, dove lo Stato controllava tutto anche dentro le mura di casa».
Una domanda cattiva al suo avversario di partito.
«Che domanda cattiva potrebbe fare lui a me?».

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