Cambogia e Thailandia vicine alla guerra per un tempio induista

da Bangkok

Nessun segno di distensione tra Thailanda e Cambogia nella disputa per l’antico tempio di Preah Vihear. Le truppe dei due Paesi restano schierate lungo la zona di confine nonostante l’annuncio del ritiro dell’esercito thailandese. Il governo di Bangkok ha confermato che i militari resteranno nell’area intorno al tempio e, se sarà necessario, saranno inviate nuove forze. Da parte sua la Cambogia, che lunedì scorso aveva lanciato un ultimatum alla Thailandia invitandola al ritiro, non abbassa i toni della polemica e si dichiara pronta anche ad uno scontro armato.
L’area dove sorge l’antico tempio di Preah Vihear si trova in una zona di confine ed è stata da sempre motivo di scontro tra i due Paesi che ne hanno rivendicato la legittimità territoriale. Nel 1962 la Corte di giustizia internazionale ha attribuito la zona alla Cambogia, ma il terreno adiacente, subito a nord del tempio, in contrasto con la decisione del tribunale, è sotto il controllo della Thailandia. Per questo negli anni la tensione non è mai calata e in più occasioni i due governi si sono accusati a vicenda di reciproca «violazione della sovranità territoriale».
Tre mesi fa, quando l’Unesco attribuì al tempio (dedicato al culto induista del dio Shiva), lo status di «patrimonio mondiale dell’umanità», i due Stati sono tornati allo scontro vero e proprio, schierando nella zona reparti con oltre 2.000 militari in assetto da guerra.

Secondo i vertici delle Forze armate thailandesi «la situazione rimane molto tesa» dopo i fatti degli ultimi giorni e il governo di Bangkok per motivi di sicurezza ha persino invitato i propri cittadini a non recarsi in Cambogia.

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