Cultura e Spettacoli

Cameron Diaz: mi sento un ragazzaccio

L’attrice americana è protagonista, insieme a Toni Collette e alla veterana Shirley MacLaine, della commedia «In her shoes-Se fossi in lei» di Curtis Hanson

Cinzia Romani

da Roma

Le lega il numero 42: sono alte e le scarpe vanno di conseguenza. Per il resto, le sorelle Maggie e Rose rappresentano il diavolo e l’acquasanta, quanto a stile di vita. Dal regista, produttore e sceneggiatore Curtis Hanson (lo stesso del celebre L.A. Confidential e di Wonder Boys, entrambi candidati agli Oscar), arriva In her shoes, sottotitolo Se fossi in lei (da oggi nelle sale). Nei panni della sventatella che si ritrova ubriaca in un bagno a fare sesso con uno sconosciuto troviamo Cameron Diaz, abbonata alle parti di superficiale coscialunga dal cuore d’oro, mentre la più seriosa delle due amiche-sorelle-rivali è l’australiana Toni Collette, notata ne Il sesto senso, per il quale era stata candidata all’Oscar.
Gli elementi per la riuscita di questa commedia agrodolce ci sono tutti, a partire dalla presenza della veterana Shirley MacLaine, qui nel ruolo di nonna Ella, che vive in una comunità per anziani in Florida. «Negli Usa mi hanno chiesto il perché di questo film, tutto al femminile; in Italia, invece, vedo che le donne sono amate quanto le amo io» esordisce Hanson, che nel cuore ha sempre L.A. Confidential, tanto da citarlo spesso, insieme alla sua non dimenticabile protagonista Kim Basinger. «Se parlo delle donne anziane in Florida, è per lasciar scoprire quanto i temi in gioco siano gli stessi a ogni età: l’anelito al contatto umano, ad avere una famiglia stabile, a diventare una persona migliore» spiega il regista, ingaggiato dalla Warner per Lucky You, film ambientato nel mondo del poker, con Drew Barrymore e Robert Duvall.
Allegra e sbarazzina come appare sullo schermo, la Diaz, capelli biondi lisci e niente trucco, ha amato il suo personaggio: «Mi è piaciuto subito compiere un lungo viaggio attraverso i meandri oscuri della vita di Maggie. Certo, non ho nulla in comune con lei, però per me è stata una sfida entrare in empatia con una figura tanto dissimile. È questa eccitazione che cercano gli attori» dice lei, definendosi «un ragazzaccio di quattordici anni». In effetti, nella trasposizione cinematografica di Charlie’s Angels, l’attrice di origine cubana emana una selvaggeria giovanottesca, mentre qui Cameron è una ragazza randagia, che sceglie l’ombretto giusto, o l’abito più adatto, puntando unicamente sul suo lato sexy. «Per la verità, in comune con Maggie ho l’egocentrismo» specifica la Diaz, inizialmente spaventata dal doversi misurare con quel mostro sacro di Shirley MacLaine, che poi ha messo a suo agio lei e la sua collega.
Dal canto suo, Toni Collette ammette: «È difficile trovare sceneggiature sincere: è bello assistere, sullo schermo, al processo di cambiamento, anche doloroso, delle due sorelle e vale anche per me il senso di sfida che viene dall’affrontare, ogni volta, personaggi diversi». Nel film, la Collette fa Rose, brillante avvocato d’uno studio legale e, a differenza della sorella senza fissa dimora, abita in un grazioso appartamentino anni Quaranta. Tanto Maggie pare una sciocca amante dei belletti, arcisicura della sua presa sui maschi, tanto lei, Rose, dubita del proprio aspetto fisico. Soltanto le scarpe le infondono sicurezza, sebbene gli inviti a uscire e dunque a calzarle, scarseggino...


Tratto dal brillante libro di Jennifer Weiner A letto con Maggie (edito da Piemme), In her shoes ha l’obiettivo di mettere gli esseri umani davanti allo specchio, né è un caso che le due sorelle si vedano, reciprocamente, con più chiarezza e con più affetto guardando le proprie immagini riflesse.

Commenti