Massimo Restelli
da Milano
Una holding comune a maggioranza italiana (60% del capitale) dotata di due braccia operative nel settore della vendita e della distribuzione del gas: è lossatura dellalleanza «energetica» predisposta dalla Camfin di Marco Tronchetti Provera insieme al colosso pubblico Gaz de France. Trascorso il fine settimana per limare gli ultimi dettagli, la firma allaccordo dovrebbe essere posta oggi dando vita a una nuova collaborazione italo-francese, proprio mentre sembra sempre più difficoltoso celebrare il maxi matrimonio Gdf-Suez (32 miliardi) organizzato da Parigi per frenare le mire espansionistiche di Enel.
Dimensioni molto diverse da quelle in gioco nellaccordo con Camfin che potrebbe però diventare la spia di un new deal per il colosso di Jean-François Cirelli: il risultato è la nascita di un nuovo attore di respiro nazionale dopo i pesi massimi di Eni, Enel ed Edison (complessivamente l87% del mercato). Gaz de France, che rappresenta il quarto operatore della Penisola nel business del metano, «riverserà» le proprie attività italiane (tra cui Italcogim e Arcalgas) in una joint venture dove Tronchetti Provera farà confluire in parallelo sia il gas di Camfin (in pratica Cam Gas, 45 milioni i ricavi 2005) sia un po di cassa. Alla fine del riassetto, anticipato ieri dal Sole-24 Ore, il 60% del capitale sarà nelle mani di Camfin: questa mattina è previsto un consiglio di amministrazione della holding ed è probabile che il titolo sia sospeso dal listino di Piazza Affari in attesa dellannuncio ufficiale. Il restante 40% della newco, che si rivolgerà sia alle aziende sia ai privati, farà invece capo a Gdf. Un gruppo di banche, tra cui una francese e con ogni probabilità Capitalia (che compare già nel libro soci di Camfin e Pirelli), dovrebbe poi contribuire al finanziamento delloperazione.
Anche se, contrariamente alle attese, non è previsto alcun incrocio azionario tra i due alleati, liniziativa si inserisce nel cammino di focalizzazione «industriale» avviato da Tronchetti Provera anche con la quotazione di Pirelli Tyre (il via è previsto il 5 luglio) e la decisione di uscire da Mediobanca e Capitalia. Camfin, infatti, rafforzerà il proprio presidio energetico affiancandolo a quello petrolifero, immobiliare, ambientale e al portafoglio di participazioni dove spicca il 25,7% di Pirelli (cui fa capo, attraverso Olimpia, Telecom Italia).
Nel frattempo in Francia aumenta il pressing perché il premier Dominique de Villepin eviti di forzare la mano sulla fusione Suez-Gdf.
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