Caserta - Scene di guerriglia urbana lungo la strada statale Domiziana: circa 300 gli immigrati che da stamattina stanno protestando per l’agguato di ieri sera che ha visto vittime loro connazionali se la stanno prendendo anche con i cittadini comuni. Armati di mazze hanno rotto i vetri di diverse auto di semplici persone che stavano percorrendo la statale. Scagliano poi pietre contro le saracinesche dei negozi e le abitazioni dei cittadini. Il tutto rovesciando continuamente cassonetti lungo la statale.
La statale a ferro e fuoco Da ore e per chilometri Castelvolturno è ormai in preda al gruppo di immigrati che distrugge tutto. Semafori, cartelli autostradali, automobili, finestre di abitazioni, negozi: un intero paese in balia del puro vandalismo. Due tentativi delle forze dell’ordine di fermare il corteo non hanno avuto esito. Le vittime sono tutti: soprattutto i cittadini che stanno subendo atti di ogni genere. Terrorizzati si nascondono dietro le porte di casa e ancora più terrorizzati subiscono chi, sbarre in mano, distrugge i finestrini delle loro auto, mentre dentro ci sono perfino bambini. Così il corteo avanza e la forza degli immigrati anche. Gli slogan contro gli italiani chiamano in causa il razzismo e così si sentono quasi legittimati a distruggere tutto quello che sa di italiano. Pietre e bottiglie vengono lanciate contro tutti coloro che si affacciano ai balconi.
L'intervento del sindaco Il sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo, ha raggiunto gli immigrati che stanno conducendo il corteo di protesta tra atti di vandalismo continui. Sta cercando di convincerli a fermarsi, ma intanto gli immigrati continuano a distruggere. "Sono incontrollabili, temo qualcosa di grave". Nuzzo lancia l'allarme parlando al telefono con il questore di Caserta, Carmelo Casabona. Il sindaco sta cercando di trattare con un gruppo di immigrati, il problema è che sembra esserci una frangia completamente impazzita e in balia del vandalismo. A cercare di calmare gli animi sono anche alcuni immigrati che ai loro connazionali continuano a urlare "Basta Basta". "Qualcuno di loro ha bevuto - dice uno di loro - ecco perché si comportano così".
La strage di ieri Una vera e propria mattanza in pochi minuti: la camorra è tornata a farsi sentire a Caserta. Le indagini sono in corso ma gli inquirenti hanno pochi dubbi sulla matrice del doppio agguato nel casertano, che ha avuto prima come obiettivo il titolare italiano di una sala giochi di Castelvolturno, morto dopo il ricovero all’ospedale di Pinetamare, e poi un gruppo di extracomunitari di colore a Giugliano, in località Pinetamare: quattro morti sul colpo, uno in ospedale poco dopo il ricovero e uno alle prime ore dell’alba sempre in nosocomio.
Le classiche armi da "sicari" La tipologia di armi usate, kalashnikov e pistole calibro 9, è la stessa di quelle di cui sicari si sono serviti sia per gli omicidi "eccellenti" nel casertano di questa primavera, da quello di Umberto Bidognetti, padre del pentito dei Casalesi Domenico, a quello dell’albanese uciso la scorsa settimana a San Marcellino, sia degli atti di intimidazioni a titolari di esercizi commerciali di questa estate.
L'agguato in sartoria Sotto i colpi dei killer, nei pressi dell’hotel Millenium, tra il napoletano e il casertano, sono caduti Samuel Kwaku, 26 anni, del Togo, e Adam Cristhofer, liberiano 28enne, che hanno cercato di fuggire in auto; un’altro extracomunitario per ora non identificato che si era messo alla guida della vettura; Julius Francis Antwi, 31 anni, ghanese, caduto mentre tentava di aprire lo sportello dell’Alfa 145 bordaux su cui in quattro cercavano una via di scampo; Erik Asserem Ieboa, 25 anni, che era fuori dal negozio di fronte hotel Millenium, e Alex Jenes, 28 anni, spirato stamano. Rimane ferito in gravi condizioni Joseph Ain Bora, 24 anni.
Pettorine delle forze dell'ordine Del commando che ha ucciso i sei immigrati facevano parte anche persone che indossavano pettorine delle forze dell’ordine e che, probabilmente, in prossimità del luogo dell’agguato avevano compiti di copertura. La circostanza emerge dalle testimonianze di amici delle vittime raccolte in zona e sulle quali sta lavorando la polizia.
Killer in azione nella sala giochi L’agguato contro Antonio Celiento, titolare della sala giochi in via Giorgio Vasari a Baia Verde, località marina della costiera domiziana, è stato compiuto pochi minuti dopo le 21 di ieri sera. La strada, molto ampia, sui due lati della quale ci sono una serie di villette, era deserta, per il contemporaneo svolgimento di partite di calcio in tv. Ad agire sarebbero state due persone con il volto coperto armate di pistole calibro 9 per 21 che hanno fatto irruzione nella sala giochi. In quel momento, nel locale dove ci sono slot machines e videogiochi, Celiento era da solo. Contro di lui sono stati esplosi almeno 20 colpi di pistola, probabilmente sparati da entrambi i killer. La maggior parte dei proiettili lo hanno raggiunto all’addome, due anche alla testa. L’uomo è crollato al suolo ed all’arrivo dei soccorritori è stato creduto morto. Dopo l’intervento di rianimazione, però, ha dato segni di ripresa ed è stato trasportato nella clinica Pineta Grande, dove è morto però dopo poco più di un’ora. I sicari, secondo alcune testimonianze, sarebbero fuggiti a bordo di una moto.
Manganelli manda rinforzi Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha tenuto costantemente informato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, su quanto accaduto ieri a Caserta e sugli immediati sviluppi investigativi avviati dalle strutture di polizia presenti sul territorio. Questa mattina, per dare maggiore impulso alle indagini, il prefetto Manganelli ha inviato sul posto il direttore centrale anticrimine, Francesco Gratteri, e un pool di qualificati investigatori. "Questo è il fatto più grave di un quadro di fatti assolutamente allarmanti commessi con metodo terroristico". Ha detto il direttore centrale dei servizi anticrimine Francesco Gratteri, al termine della riunione straordinaria del comitato provinciale di Caserta per l’ordine e la sicurezza. Poi ha aggiunto: "È stata esaminata la possibilità di irrobustire il dispositivo di presidio del territorio in parallelo all’attività investigativa già in corso".
La strategia dei Casalesi Dietro il massacro dei sei africani c’è la strategia stragista attuata negli ultimi mesi dalla potente cosca dei Casalesi. Una strage probabilmente ideata dai capicosca Cirillo-Setola, referenti a Castel Volturno di Francesco Bidognetti, detto "Cicciotto e 'Mezzanotte", arrestato negli anni scorsi. E, proprio il carcere cui sono sottoposti alcuni dei più importanti boss dei Casalesi (su tutti Francesco Schiavone detto Sandokan), avrebbe provocato nell’ambito del clan una sorta di assestamento. La strage di ieri sera rappresenta molto probabilmente la volontà di esprimere la supremazia della cosca su quanti stavano cercando di mettersi in proprio approfittando del momento di crisi di tutta la banda a seguito degli arresti dei boss.
Traffico di droga Un segnale soprattutto agli africani che negli ultimi tempi avrebbero cercato di autonomizzarsi dal clan dei Casalesi ai quali pagavano una tangente per ogni partita di droga immessa sul mercato casertano. "Sono molti e senza controllo", spiega un investigatore sostenendo così la tesi del desiderio degli immigrati dediti alla droga di affrancarsi dai Casalesi. I killer entrati in azione la scorsa notte avrebbero agito a colpo sicuro, uccidendo chi doveva essere ucciso anche se non è da escludere che una o due persone nulla avessero a che fare con il traffico di droga. Alessandro Cirillo è sospettato della escalation di violenza contro pentiti, collaboratori di giustizia e vittime del racket. Tra questi il collaborante Michele Orsi e l’imprenditore Domenico Noviello, ucciso recentemente e punito per avere denunciato 7 anni prima le estorsioni.
Il prefetto: forse verrà l'esercito "Stiamo riflettendo anche sulla possibilità di usare l’esercito". Il prefetto di Caserta Ezio Monaco conferma che l’argomento più discusso nella riunione straordinaria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza è stato quello di rafforzare la presenza dello Stato sul territorio. "Quello che è successo - dice, riferendosi alla strage di extracomunitari - è il massimo, ma ci sono stati episodi simili che si sono verificati prima di questo commessi in tranquillità. Siamo di fronte a una emergenza criminale". Il prefetto non esita a definire chi ha sparato "bestie che non hanno considerazione della vita umana", e rivela di essersi sentito al telefono con il capo della polizia e il capo di gabinetto del ministro Maroni, Giuseppe Procaccini. "Ora è previsto un potenziamento di carabinieri, dell’anticrimine della polizia e di un battaglione della finanza. Stiamo riflettendo anche sulla possibilità di utilizzare l’esercito".
Il cardinale Sepe: "Deponete le armi" Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha lanciato un duro monito alla camorra e ai sicari. "Deponete le armi - ha detto durante le celebrazioni di San Gennaro che si sono svolte nel Duomo partenopeo - queste armi con cui uccidete domani uccideranno anche voi, le vostre famiglie e i vostri figli".
Sepe ha paragonato i killer utilizzati dalla criminalità organizzata a "serpenti velenosi" e ha aggiunto: "Finché questi portatori di morte non saranno sconfitti avremo sempre un cimitero riempito dall’odio e dalla violenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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