Campagna choc in Svizzera: «Gli italiani sono i ratti del Ticino»

Transfrontalieri, immigrati e lo scudo Tremonti sono l'incubo dei nostri vicini. La campagna-choc è stata pubblicata da un sito Internet, e ha subito scatenato proteste e polemiche nel Belpaese. La denuncia el senatore Pdl Butti

«Italiani transfrontalieri, immigrati e lo scudo Tremonti sono tre «ratti» del Canton Ticino pronti a rosicchiare il formaggio svizzero». La campagna-choc è stata pubblicata da un sito Internet, www.balairatt.ch, e ha subito scatenato proteste e polemiche nel Belpaese. «No all'invasione del transfrontaliero, recita il sito che si lamenta dei 45mila lavoratori italiani, muratori, operai, camerieri e professori «ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello neanche si sognano». E poi ancora: «I giovani stranieri che delinquono devono essere esplusi». Infine lo scudo Tremonti, «paladino delle cause perse che ogni volta non sa come raschiare il fondo del barile».
Il tutto rappresentato da tre ratti, appunto: Fabrizio che vive a Verbania ma fa il piastrellista in Ticino; Bogdan, rumeno senza domicilio e senza lavoro, Giulio che, come Tremonti, è un avvocato italiano. «Sono molto amareggiato e contrariato per la vergognosa campagna pubblicitaria messa in atto in Canton Ticino contro i frontalieri, che sono paragonati a spregevoli ratti», ha affermato il senatore comasco del Pdl Alessio Butti, che ha appena depositato un'interrogazione parlamentare per chiedere al governo italiano di avviare tutte le procedure per tutelare l'immagine dei lavoratori frontalieri e far sì che il governo elvetico rispetti la loro dignità, in osservanza agli accordi italo-svizzeri in vigore.
«I 45.000 frontalieri che quotidianamente attraversano il confine per lavorare in Svizzera - spiega il senatore Butti - costituiscono una fonte di ricchezza per il governo ticinese, perché pagano le tasse e offrono una forza lavoro qualificata e specializzata. Anziché lanciare campagne choc contro gli italiani, il governo elvetico dovrebbe essere grato al nostro Paese che, attraverso adeguati corsi di formazione, prepara e mette sul mercato ticinese valenti e abili artigiani, molto richiesti dalle industrie svizzere». Di offese «infamanti e intollerabili verso i frontalieri italiani in Svizzera» ha parlato il vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Franco Narducci.

«Una aggressione intollerabile ai lavoratori frontalieri italiani - ha detto Narducci - e non solo all'insegna del razzismo e della xenofobia». Narducci, ha chiesto «l'intervento immediato del Governo cantonale ticinese affinché si provveda all'immediato oscuramento del sito internet».

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