Campagna choc: in Toscana il bebè gay

Per combattere l'omofobia la Regione sceglie come immagine la foto di un neonato con la scritta "homosexual" sul polso. E' già polemica. La Cdl: vergognoso il patrocinio del ministero delle Pari opportunità

Campagna choc: in Toscana il bebè gay

Firenze - Il braccialetto è in bella vista, allacciato intorno al minuscolo polso di un neonato che compare sullo sfondo in un’immagine leggermente sfocata. Ma, invece del nome del bambino, come avviene in ogni nursery, qui c’è scritto «homosexual». È l’immagine scelta dalla Regione Toscana per la campagna di comunicazione contro l’omofobia (dal titolo «L’orientamento sessuale non è una scelta»), patrocinata dal Ministero per le Pari Opportunità: spot, pagine pubblicitarie, cartoline e depliant da distribuire e manifesti da affiggere in luoghi pubblici in collaborazione con le Province. «Si tratta di una campagna pulita, che rispetta la privacy e il buon gusto», secondo l’assessore regionale Agostino Fragai.

L’operazione ha scatenato reazioni entusiaste nella comunità omosessuale, e commenti critici da parte della Cdl e del mondo cattolico. «Il manifesto della Regione Toscana contro le discriminazioni sessuali, patrocinata dal ministro Pollastrini, è assolutamente raccapricciante - protesta il capogruppo dell’Udc alla Camera, Luca Volonté -. Strumentalizzare i neonati per far passare l’idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale». Sulla stessa linea la parlamentare Isabella Bertolini (Forza Italia), secondo cui «pur di affermare un modello alternativo di società, nel quale domina l’indeterminatezza sessuale, la Regione Toscana non esita ad utilizzare un neonato in modo strumentale ed ideologico», mentre Massimo Polledri (Lega) ha chiesto che la «Regione Toscana ritiri immediatamente questi manifesti così di pessimo gusto. Utilizzare i bambini ricorda quelli del ventennio vestiti da balilla con il fez, con la differenza che qui già gli mettono un simbolo di appartenenza».

Esulta, invece, Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell’Arcigay, da cui arriva la richiesta che «l’Italia si adegui alla Toscana nella comunicazione. Il messaggio lanciato dai manifesti è quasi evangelico - afferma - e sarebbe dovere di ogni buon cristiano rendersi conto che omosessuali si nasce e non si diventa». A ruota Franco Grillini, deputato socialista e presidente onorario dell’Arcigay: «Una campagna coraggiosa, la Toscana si conferma leader per i diritti di gay, lesbiche e transessuali, nonché per le politiche inclusive della diversità».

Protesta il capogruppo dell’Udc alla Regione Toscana, Marco Carraresi: «Altro che buon gusto, come dice l’assessore Fragai, il manifesto è di pessimo gusto. È molto facile passare, come spesso succede in Toscana, da una legittima e doverosa campagna contro la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, ad una campagna che, viceversa, promuove l’omosessualità considerando assolutamente legittima ed equivalente qualsiasi scelta di carattere sessuale». E per il presidente nazionale del Movimento per la Vita, Carlo Casini «il fatto che un bimbo appena nato, superstite della grande discriminazione che ha ucciso a milioni con l’aborto e la sperimentazione distruttiva tanti suoi simili prima della nascita, sia adottato come testimonial contro la inesistente discriminazione verso agli omosessuali, è estremamente urtante. Qualificare di omosessuale un bimbo che non ha alcuna possibilità di manifestare tendenze sessuali - sostiene - è una violenza e una inaccettabile discriminazione, a danno dei più piccoli e dei più deboli».

«Si tratta semplicemente di prendere sul serio tutto lo Statuto e cercare di applicarlo», controbatte

l’assessore regionale Fragai. In questo rientra, per esempio, la carta prepagata da 2.500 euro per transgender e transessuali offerta dalla Regione Toscana, da spendere in due anni per la partecipazione ad attività formative.

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