Mario Camicia
Il trentaseienne neozelandese Michael Campbell dopo un periodo buio di un paio danni è tornato, prepotente come un «all black» alla ribalta ed ora è davvero nelle condizioni, fisiche e di spirito, per poter tranquillamente sfidare i migliori giocatori del mondo. Il simpatico e consistente campione di Wellington che lo scorso giugno ha vinto a Pinehurst lo US Open lasciando in surplace nellultimo giro due big del calibro di Retief Goosen e Tiger Woods, è tornato a colpire in quel di Wentworth, nel Surrey in Gran Bretagna, conquistando lo HSBC World Match-Play ed intascando la moneta più alta un milione di sterline oggi in palio sul tour mondiale. Anche se allappuntamento dellHSBC mancavano questanno alcuni grandi nomi americani tutti i migliori, Tiger in testa, saranno impegnati questa settimana nella Presidents Cup (diretta su Sky Sport Extra da giovedì alle 19) opposti ai migliori del «resto del mondo» - la griglia di partenza sul West Course di Wentworth non era certo di quelle definibili di «seconda» con ai nastri di partenza cavalli di razza quali Goosen, Montgomerie, Olazabal, Langer, Elkington, Bjorn, Donald e McGinley per un totale di 16 giocatori che si sono affrontati in incontri ad eliminazione diretta sulla stressante distanza delle 36 buche.
Retief Goosen, reduce da due vittorie consecutive, partiva con i favori del pronostico ma dopo aver strapazzato nei primi due turni Kenneth Ferrie e Mark Hensby in semifinale si è trovato difronte un convintissimo Campbell che lo ha seccamente battuto 7/6,vanificando la sperata rivincita del sudafricano già battuto nello US Open. Dallaltra parte del tabellone Paul McGinley, lirlandese autore del punto della vittoria nellultima Ryder Cup non è stato da meno eliminando, via via e seccamente, campioni quali Bjorn, Donald e largentino Cabrera che proprio sullo stesso percorso la aveva battuto lo scorso maggio nel BMW Championship.
La finale ha visto i due giocatori combattere ad armi pari sulle prime diciotto buche chiuse con Campbell con il vantaggio minimo di 1 up. Alla ripresa del gioco il «maori» allungava il passo, complici un paio di errori del «dubliner» il quale a sua volta sapeva però reagire, come è nel suo carattere, riportando il match in parità. Tutto si giocava sulle ultime nove buche dove la fatica e la tensione si facevano sentire e dove Campbell teneva meglio dellavversario chiudendo il match a suo favore alla 35ª buca. Una vittoria prestigiosa per il neozelandese ma anche un successo che lo colloca ora al comando dellordine di merito europeo.
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