Campi, ville con piscina e incendi I nomadi padroni nel Parco sud

I campi nomadi sono una scena di ordinario degrado urbano a Milano. Ma qui gli insediamenti, per estensione, superano ormai la superfice del centro abitato. Siamo nel Parco Sud, a Muggiano, piccolo borgo nel verde fra Settimo, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Corsico. Qui Milano cede il passo al verde e alla campagna. «Tutti questi campi - spiega Francesco De Carli, ambientalista storico, che oggi anima un piccolo comitato per la salvaguardia del territorio e dei fontanili di Muggiano - sono nati su aree agricole lottizzate, nate per realizzare orti, anche per gli anziani. Una volta parcellizzate, è stato sufficiente che due o tre di questi appezzamenti siano stati acquistati da nomadi per far in modo che gli altri, quelli che c’erano prima, andassero via».
Il salto di qualità è recente. Da qualche tempo si registrano strani incendi. «Danno fuoco così, per divertirsi» racconta Franco, che possiede un’azienda agricola. É suo il campo appena colpito da uno di questi roghi. Era stato seminato a erba medica. Altri che vivono qui spiegano questa inquietante novità con l’intenzione di marchiare il territorio, e creare soggezione negli altri proprietari. «Probabilmente ci sono alcuni agricoltori che vengono intimoriti in questo modo» ammette De Carli.
I rom si sono insediati in questa zona da 30 anni. Le cronache di questi anni sono piene di vicende legate ai campi di quest’area. Il più recente, il più grave, lo scorso 9 giugno: a Quarto Oggiaro c’erano due nomadi del campo di Muggiano, reduci da un furto in un bar tabaccheria, sulla vettura che ha travolto e ucciso il povero Pietro Mazzara, 27 anni.
Ancora oggi qui c’è un campo regolare, in via Martirano. È stato realizzato dal Comune negli anni Ottanta. Oggi, fra una demolizione e l’altra, vengono tirati su manufatti in muratura. E questo campo non è in discussione. Anzi, è uno dei pochissimi destinati a restare anche secondo i piani condivisi da ministero dell’Interno e Comune. Ma gli altri otto sono abusivi. Come abusive - secondo i residenti - sono alcune attività pseudo industriali insediate in zona, sotto la tangenziale che, lasciata alle spalle Bisceglie, viaggia verso il Lorenteggio. Non si vedono i legnami trasportati e tagliati. E non si vedono le case costruite dai rom. Villette a tutti gli effetti dalle parti di Muggiano. Ville con cancelli automatici e piscine al confine con Cusago, dove i proprietari si fanno aggressivi, non lontano da quelle piazzole usate come area di sosta da carovane di camper e roulotte. Qui gli sgomberi sono ormai arrivati a un numero da record, che supera abbondantemente i 50. Loro, i rom, sostengono che le costruzioni in legno non sono abusive, mentre altre sono state condonate.
A Muggiano resiste un piccolo nucleo di abitanti storici. Gente che è nata in queste cascine, e che qui ha sempre vissuto. Ma anche il piccolo cimitero alle spalle del campo di via Martirano è stato saccheggiato: ne ricavano rame e altri metalli da vendere. «Bruciano, bruciano roba per tutto il giorno - racconta una coppia che vive qui vicino alla Cascina Guascona - bruciano per estrarre il rame dai cavi, facendo fondere la gomma. Noi però ci svegliamo con la gola secca. Questa è diossina», dice la moglie. «Chiamiamo vigili del fuoco e polizia municipale. Arrivano, spengono e vanno via». Queste stradine di campagna, un tempo un’oasi di pace a due passi di Milano, sono diventate pericolose.

Scorrazzano avanti e indietro con le loro auto: «C’è da aver paura». Il marito è più rassegnato: «Se costruisce qualcuno di noi lo fermano. Loro fanno quello che vogliono. Io non ho niente contro di loro, ma devono esserci delle regole». «Peccato, perché questo era proprio un paradiso».

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