Campidoglio Torre (Lc): «Lascio ai miei colleghi il teatrino delle correnti»

Eletto nella Lista civica per Alemanno, il consigliere comunale Antonino Torre viene spesso dipinto come uno che non ama seguire le direttive del centrodestra capitolino. Recentemente gli hanno attribuito l’intenzione di voler fondare il gruppo consiliare della Lega Nord in Campidoglio assieme a un collega del Pdl. Ieri, invece, un quotidiano romano ha scritto che Torre avrebbe aderito alla corrente che farebbe capo a Samuele Piccolo e che farebbe riferimento ad Antoniozzi. Ma lui smentisce. «Si parla del “Laboratorio Roma” - spiega Torre - che sarebbe composto da sette consiglieri dissidenti. Ma dissidenti da chi o da che cosa? In Consiglio sono presenti da sempre, a destra e a sinistra, altri “sodalizi” che si riconoscono in “referenti” di ordine superiore nel sistema, che io definisco oligarchico, che caratterizza la politica italiana, da quella di livello nazionale a quella di tipo amministrativo». «Nessuno infatti - continua Torre - ha mai chiamato dissidenti i consiglieri che si rifanno, per la minoranza, a Montino, Milana o ad altri e quelli di maggioranza che hanno come referenti magari Augello, Rampelli, Sammarco o Piso. I nostri “magnifici sette” si differenziano dagli altri per non fare riferimento, per il momento, a nessun “oligarca” d’ordine superiore. In questo, invero, dissentirebbero, finché dura, da tutti gli altri». «Per quanto mi riguarda direttamente - chiarisce Torre - come espressione di una lista civica, ho sempre improntato il mio comportamento al rispetto del fatto di non appartenere a nessun partito e di essere quindi presente in Campidoglio per curare, nel limite delle mie possibilità e per quello che ritenevo opportuno, l’interesse dei cittadini. Nel farlo, talvolta sono entrato in contrasto anche con il sindaco. Ma il mio comportamento è stato sempre leale e scevro da motivazioni personali. Sono pur sempre l’unico componente della Lista Alemanno e questa collocazione cerco in ogni modo di rispettarla.

Lascio agli altri colleghi - conclude Torre - la partecipazione a quel teatrino della politica che, forse per perseguire i propri interessi molto spesso non coincidenti con quelli degli elettori, li porta a costituire sodalizi e componenti che li collegano agli oligarchi dei livelli più alti».

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