Cronache

La campionessa Il mondo sotto i suoi pattini

Una libellula con i pattini. Paola Fraschini è la campionessa mondiale di pattinaggio a rotelle che con molta umiltà e grande maestria insegna alle piccole pattinatrici nella cadente pista delle piscine di Albaro.
Risale la scaletta della palestra del baretto di via Gobetti seguita dalle sue piccole allieve fino alla sala dove le mamme aspettano le loro piccole atlete. Capelli rossi, musetto simpatico. Una ragazza davvero acqua e sapone. Quella che si suole definire davvero «della porta accanto». In realtà Paola è stata ben due volte campionessa mondiale di pattinaggio a rotelle, nel 2009 a Friburgo e nel dicembre 2010 a Portimau in Portogallo. Ed è genovese. Nata il 25 marzo 1984 sotto la Lanterna.
Muove i suoi primi passi, grazie alla mamma Laura Bonamico, a quattro anni nell'impianto sportivo di Pontedecimo. «Sono sempre stata affascinata da questo mondo - confessa - le cose che mi sono piaciute di più sono state i vestiti, sempre molto affascinanti, colorati, con tanti strass». «Io sono sempre stata molto femminile, mi piace truccarmi, ma poi ho scoperto che con il tempo il pattinaggio si è rivelato un mondo di passioni, di libertà, di forza».
Paola danza sulle rotelle come una farfalla. Leggiadra percorre le piste con una naturalezza come se camminasse. «Pattinare mi rende libera - afferma - quando scendo in pista tiro fuori una parte di me che solitamente resta nascosta. Sono davvero me stessa. Mentre pattino ci sono solo io, i miei pattini e la musica». E questa è stata la sua forza che l'ha portata per ben due volte sul podio mondiale. «Quando si è là non bisogna pensare alla competizione - spiega. Che altrimenti ti uccide. Non bisogna ascoltare le malelingue e guardare chi ti fa il verso. A me è successo con le americane in Portogallo». «È una grande lezione di vita il pattinaggio - continua - Ti insegna ad essere sempre te stessa, ad andare avanti a testa alta senza ascoltare le invidie di nessuno». Ed è questo ciò che insegna anche alle sue piccole allieve. Lei, che oltre a danzare sui pattini fa la fisioterapista, frequenta anche un corso di psicologia dello Sport a Milano. «È la passione che mi fa andare avanti - dice - perché le strutture qua a Genova certo non aiutano». Non vuole fare polemica, anche se guardando la pista delle piscine di Albaro non c’è bisogno di alcun commento di una persona competente come lei.
Buche, pietre, spogliatoi sfasciati. Ma poi solo una pista all'aperto per l'estate e l'inverno, quando atlete di questa caratura, ma anche le piccoline che imparano, avrebbero bisogno di uno spazio indoor. «L'unico impianto discreto che abbiamo è il PalaCep. Anche se durante una gara - puntualizza - la tensostruttura non ha tenuto e la pista era tutta bagnata. Ma questo succede solo a Genova».
Ora gli allenamenti avvengono tra Genova e Roma, perché oltre che nella specialità «Solo dance», Paola si allena con il suo partner, solo artistico, di Roma. Dal 1996 Paola fa parte della Nazionale Italiana di Pattinaggio a rotelle.

Una piccola punta di rammarico è che nonostante l'Italia sia la nazione che detiene il maggior numero di campionati vinti, questa disciplina non faccia parte delle specialità Olimpiche.

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