Non avendo idee, le copia. E, attenzione, le replica pedissequamente, senza nemmeno avere il buon gusto di modificarne qualche punto. Parliamo dellaspirante sindaco del centrosinistra che Letizia Moratti accusa di «pirateria elettorale». Fattispecie che per Bruno Ferrante rappresenta ormai la regola quotidiana.
Lultima rimasticatura? «Le proposte sulle tariffe Atm anticipate dal candidato sindaco della Casa delle Libertà, daccordo con la direzione dellazienda tramviaria». E prima? «La proposta di intervento sullIci» che lex prefetto «ha ridotto a un risibile abbassamento dellimposta sui box delle case dei milanesi». Elenchino che sallunga, giorno dopo giorno, e che conferma un problemino non da poco per Ferrante: non ha un programma elettorale, gli manca quello strumento indispensabile agli elettori per conoscere cosa sarebbe davvero la Milano «creativa» di cui vagheggia da troppi mesi. Quella Milano che pure durante la sua campagna elettorale per le primarie dellUnione ha rivenduto scopiazzando le idee degli altri competitor: esempio? il futuro di San Vittore che lex prefetto ha ripreso pari pari dal programmino di Milly Moratti, come ricordato su queste colonne proprio dai collaboratori di Milly.
Nessun stupore, dunque. Neanche per la sua lista che è senza fantasia, che - accusa on line il centrosinistra - «non riesce a mobilitare neanche qualche personaggio fortemente significativo di Milano, capace di fare un po di luce in questo panorama politico sempre più affaticato». Lista che registra lassenza del mondo cattolico e che «rimarrà in ordine alfabetico» fa sapere Ferrante: «Nessun capolista per dare alla lista un carattere particolare di società civile». Peccato che nessuno lavesse detto prima a Milly Moratti, «anzi, Ferrante mi aveva detto di essere interessato al mio apporto come capilista». Poi, le cose sono cambiante e i cinque anni di lavoro a Palazzo Marino dellambientalista doc sono valsi il decimo posto in lista, tra Anna Bosoni e Alberto Bruno.
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