Ogni tanto i cinofili ci riprovano, assoldando decine di scienziati e ricercatori pagati profumatamente per dimostrare che i loro beniamini sono più intelligenti del gatto.
I proprietari di cani, quelli nobili che frequentano le mostre internazionali e che possiedono un pedigree paragonabile all'albero genealogico della regina d'Inghilterra, hanno un fondo monetario in qualche paradiso fiscale cui attingono, ogni tanto, per pagare ricercatori mercenari assoldati al solo scopo di dimostrare che Fido è più intelligente di noi. Già noi, quei gatti sfigati che, un po' per la nostra indipendenza, un po' per il nostro orgoglio e un po' perché cronicamente siamo senza soldi, costretti talvolta a rovistare nei bidoni alla ricerca di una lisca di pesce, vigliacco se riusciamo a coalizzarci per pagare un ricercatore precario sul tetto che tenti di dimostrare il contrario.
La realtà è che a noi nun ce ne può frega' de meno. Il fatto che siamo gli animali domestici (beh, si fa per dire) più intelligenti è sotto gli occhi di tutti e non vale la pena sprecare soldi ed energie per dimostrarlo. Meglio una sana dormita e lasciare ai cugini bavosi e ringhianti queste seghe mentali. Si guardino pure allo specchio e contemplino la loro lealtà, fedeltà, utilità, equità, onestà
e imbecillità, perché mentre si specchiano, in un attimo e nel silenzio più assoluto, io gli ho già fottuto la bistecchina nella ciotola e quando hanno smesso di rimirarsi stanno lì a chiedersi per ore chi ha compiuto il furto. E magari vanno anche a piagnucolare da mamma e papà.
Dunque, sarebbe che certi scienziati di Oxford hanno sentenziato che la palma degli animali più intelligenti la detengono le scimmie, perché hanno un cervello molto simile a quello dell'uomo. E già qui ci sarebbe da discutere, se ne valesse la pena, sull'autorevolezza e sull'equilibrio mentale dei ricercatori, vengano pure dal gotha delle università del pianeta. Se il metro di paragone dell'intelligenza è l'uomo, stiamo freschi. Guerre, massacri, stragi, un pianeta intero disastrato da fumi, scarichi, radiazioni, oceani artici e iceberg sporchi di petrolio, un miliardo di gente che si strafoga di aragoste e quattro miliardi che muoiono di fame. Come intelligenza e solidarietà, mica male. Il capo di questi geni, la dottoressa Schultz, dice che le dimensioni del cervello rispetto alla massa del corpo sono fondamentali per l'intelligenza. Più è grosso il cervello, in soldoni, più l'animale è intelligente perché è riuscito a vivere meglio in branco, a socializzare, mentre starsene da soli a farsi i cavoli propri renderebbe ebeti. Ah, sì? E come la mettiamo, cara dottoressa, col fatto che voi avete tre etti di cervello in meno rispetto ai maschietti umani? Gli etti in meno o in più, contano solo per cani e gatti o anche per donne e uomini, con le dovute conseguenze?
Il cane vi porta le pantofole e il giornale? Vi riporta il bastone lanciato nel lago? Fa la guardia e abbaia (rompendo le scatole a tutti nei pomeriggi afosi d'estate)? E questa sarebbe la prova della sua intelligenza superiore alla nostra? E allora, se vogliano far le cose serie, lancio una sfida a Fido.
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