Marcello Di Dio
Paolo Di Canio inciampa di nuovo nellintreccio tra sport e politica. E così si rivede il suo saluto romano, a distanza di quasi un anno dal derby della Capitale. È accaduto ieri allo stadio Picchi di Livorno: al 14 del secondo tempo, poco dopo il primo gol dei toscani, Di Canio viene sostituito da Pandev e prima di uscire si rivolge al settore dei sostenitori biancocelesti, mostrando il braccio teso. Laltro beniamino Lucarelli, anche lui multato in passato per un gesto ideologico (ha il simbolo delle Bal, Brigate autonome livornesi, tatuato sul braccio), lo guarda e poi sussurra «Guarda che testa di c...», mentre gli ultrà amaranto intonano cori contro Di Canio. Che non contento, a fine gara, va sotto la curva a salutare i suoi tifosi, lanciando una maglietta scura e accompagnando il gesto con un altro saluto romano.
Dopo il derby Lazio-Roma del 6 gennaio, Di Canio rimediò diecimila euro di multa e si giustificò: «Ero andato a salutare i miei tifosi, cerano tanti fotografi che scattano centinaia di foto al minuto, è normale che mi abbiano colto un attimo in quella posizione». Lui scherza, ma la comunità ebraica ha chiesto provvedimenti.
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