da Torino
La prima parola che esce dalla bocca del portiere del Werder Wiese, dopo tanto penoso e pensoso silenzio per lo svarione che ha consegnato la qualificazione alla Juve, è secca e resa famosa, in francese, da Cambronne a Waterloo: «Scheisse!». E dire che Emerson non si era accorto che il tedesco aveva perso, cadendo sullo slancio, il pallone: «Tutto merito di Cannavaro che si è messo a gridare Puma, Pumaaa, mi sono voltato, ho visto la palla vicino a me e allora lho calciata».
È così finita bene una partita nata male: «Abbiamo sbagliato approccio, dovevamo essere subito più attenti perché a questo punto in Champions non puoi non essere sempre concentrato perché non appena sbagli, vieni punito».
Il brasiliano andrà poi controcorrente e dirà che la Juve non è stata fortunata: «No, perché abbiamo tirato in porta almeno dieci volte e il portiere le ha respinte tutte. Ha fatto i miracoli, però meritavamo noi di passare».
Non la pensa così Capello, a livello di sorte: «Il Werder è una buona squadra e riposata per la pausa invernale che si osserva in Germania. E poi è bene organizzata quando attacca, forse meno in difesa tanto che il portiere ha fatto i miracoli, parando limparabile davanti a tutte le nostre occasioni».
Fino al minuto ottantotto. Sempre il tecnico bianconero: «Il suo è stato un regalo, siamo stati fortunati come non lo fummo a Brema perché eravamo in vantaggio 2 a 1 e nei cinque minuti finali abbiamo incassato due reti che potevamo evitare. Abbiamo sofferto di ansia, ci ha fregato la voglia di fare subito gol, finendo così sempre in fuorigioco.
«Cannavaro ha urlato: puma. E ho segnato»
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