Canone, pubblicità e querele

La Rai ha scovato un terzo modo per spillar soldi: le querele. Il direttore Cappon (vicinissimo al Natale) dopo i 10 milioni chiesti al Giornale ha querelato anche Libero «con richiesta di un consistente risarcimento danni». Tutti i dipendenti Rai, ha detto, potranno inoltre querelare Libero gratuitamente. Se Libero non rivelerà la fonte della notizia, ha pure detto, ricorreranno al Garante della privacy. Se Libero proteggerà la sua fonte, ha aggiunto il presidente Petruccioli, beh, sarà «un atteggiamento di omertà». Non pensate che siano sciroccati: è solo un momento difficile. Il giornalista Oliviero Beha, proprio ieri, ha querelato la sua Rai per abuso d’ufficio e maltrattamenti e inadempienze e minacce.

E in tutto questo canaio, stando a Panorama, l’unico che rischia di saltare davvero è l’ufficio legale di viale Mazzini, composto da ben 18 avvocati (la querela contro il Giornale l’hanno firmata in 4) che però fa ricorso «immotivatamente», ha detto la Corte dei conti, a comode consulenze esterne: il tutto per perdere non meno di un migliaio di cause l’anno. Petruccioli, sempre in questo canaio, è riuscito a dire che dalla Rai dovrà presto «emanare un clima di serenità, di tranquillità, di rispetto nei confronti di tutti». Intanto cercava la pistola.

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