Cantiere per il teatro nel Parco Sempione Rivolta dei cittadini

Partiti i contestatissimi lavori sul prato I residenti: «Prima o poi li demoliremo»

«Prima o poi lo faremo demolire». Walter Monici, dei Comitati Parco Sempione, è agguerrito e non ha dubbi, anche se le betoniere da ieri sono all'opera e minacciano di far presto. Contro il teatro sulla distesa erbosa del Parco sono mobilitati in tanti. Ieri qualcuno ha provato a opporsi fisicamente all'ingresso dei mezzi nel cantiere. E lunedì, in occasione di una riunione fissata sul progetto a Palazzo Marino, i contrari andranno in piazza Scala per un sit-in.

L'opera la vogliono fermare. Lo spiegano dal comitato. Idealmente la demoliscono già, sotto tutti i punti di vista: paesaggistico, di metodo, ma anche culturale. «È già stata un errore la prima volta, perseverare...» osserva sconsolato Monici. Il fronte dei contrari ha sollecitato i consiglieri comunali e scritto al sindaco. E soprattutto ha presentato un esposto in Procura, sostenuto da mille firme. Dal sindaco il riscontro non è ancora arrivato. Per il Comitati Parco Sempione deve arrivare «prima che il cemento coli», o comunque prima che sia terminata la realizzazione dell'opera.

«A breve - spiegano i comitati - verranno colate 335 tonnellate di cemento armato per creare una piattaforma sopraelevata di 170 metri quadrati su cui si innalzeranno 6 quinte laterali in acciaio alte oltre 6 metri». «Una struttura “in perpetuo” - dicono - che dominerà incontrastata, interrompendola, la bella prospettiva monumentale che si allarga dal Castello all'Arco della Pace. Una struttura che distruggerà la continuità e la coerenza della linea paesaggistica Castello - Arco della Pace, luogo riconosciuto dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici (provvedimento del 27 dicembre 1986) come “composizione prospettica di notevole importanza urbanistico-monumentale”». L'operazione è stata illustrata dal Comune pochi mesi fa. La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, nata nel 1978 per volontà dello stesso artista, e Nctm Studio Legale, nell'ambito del progetto ‘nctm e l'arte', hanno promosso il rifacimento del Teatro Continuo e hanno deciso di donare al Comune di Milano e alla Triennale (a cui spetterà la manutenzione) il rinato Teatro Continuo, realizzato sulla base dei disegni originali. Obiettivo è l'allestimento entro l'inizio di Expo, anche perché il 2015 è l'anno del centenario della nascita di Burri.

I Comitati Parco Sempione, la Fondazione Perilparco e Italia Nostra si stanno opponendo a questo intervento, definito «inutile e dannoso». Prevedono che «deturperà in perpetuo un bellissimo luogo di proprietà dei cittadini milanesi» e sostengono che la realizzazione contravvenga al vincolo di tutela apposto nel 1986». Pochi dubbi per loro: «Uno scempio». Per questo, propongono di collocare Teatro Continuo di Alberto Burri in un altro luogo.

Il Comune, come detto, sembra tirare dritto: «Questo regalo che Milano riceve - ha detto il sindaco alla presentazione dell'opera - è il simbolo di una cultura dinamica e innovativa. Il Teatro Continuo è stato pensato per essere aperto e continuerà a essere così.

Torna nel parco, luogo dove è nato, come grande palestra di crescita per le persone, così come avviene negli spazi verdi di Londra e New York. Un Teatro continuo perché non chiude mai, perché vive sotto il cielo, all'aria aperta e sotto gli sguardi di tutti».

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