Caos Il balletto delle cifre sul grande buco

Ma qual è realmente il «buco» nella sanità laziale? Fino al 15 ottobre scorso Piero Marrazzo ha ripetuto che «ammontava a 10,4 miliardi il debito della sanità ricevuto dalla precedente giunta di centrodestra». Le dimissioni dopo lo scandalo hanno messo a nudo - è il caso di dire - la verità: il rientro dal debito era un bluff. E a questo punto è partita una strana fibrillazione, nel centrosinistra, per tutto lo scorso novembre. Chiamati a raccolta presidenti di provincia, sindaci, assessori e parlamentari hanno gridato al complotto del governo. Alcune perle. Il blocco dei finanziamenti da Palazzo Chigi alla Regione (4 miliardi) fa precipitare i conti della sanità regionale «sull’orlo del collasso», ha titolato «Repubblica». Il senatore dipietrista Stefano Pedica propone: «Incateniamoci sotto Palazzo Chigi». «Sul blocco dei finanziamenti», suggerisce il deputato del Pd Walter Veltroni, «si investa il capo dello Stato». Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, denuncia: «Lo scippo di risorse al Lazio diventi un caso nazionale e si additi la destra come nemica della Regione». Per il vicepresidente regionale Esterino Montino «sono in forse i pagamenti ai fornitori». Ma è andata proprio così? No. Angelo D’Ovidio, consigliere regionale del Movimento libertà e solidarietà, la spiega diversamente: «Il debito pregresso era di 4,6 miliardi, come certificato dal ministero del Tesoro, lasciato dalla giunta precedente che a sua volta aveva ereditato un debito di 8mila miliardi di vecchie lire. Il debito è stato interamente coperto dallo Stato. Nonostante ciò la giunta Marrazzo in quattro anni ha accumulato un disavanzo di 7 miliardi di euro». Nella stessa direzione arriva l’autorevole intervento del ministro Sacconi: «Il governo ha dato più del dovuto». E a questo punto si è cambiato rotta.

Adesso il sito ufficiale della Regione Lazio, per la precisione l’Osservatorio sull’andamento del debito - sì, c’è anche questo - indica la cifra di 10,3 miliardi ma riferita all’intero debito regionale e non più alla sanità. Magia dei numeri.

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