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Caos liste

In tribunale ci sono arrivati ieri con tre scatoloni pieni. «Sono le copie di tutte le firme false». La partita tra Radicali e il governatore Roberto Formigoni non è ancora chiusa. Marco Cappato si è presentato davanti al gip Cristina Di Censo con «l’elenco di 474 firme fatte sicuramente con le stesse mani e altre 99 fortemente sospette». In più «abbiamo depositato la consulenza del grafologo». La richiesta è chiara: «Che vengano annullate le elezioni e sia dichiarato decaduto Roberto Formigoni da presidente della Regione».
Il 9 dicembre prossimo, il Tar dirà l’ultima parola sulla battaglia amministrativa. Intanto, però, i Radicali aggiungono carne al fuoco, in attesa che il giudice - il prossimo 28 ottobre - si esprima sulla richiesta di archiviazione per l’inchiesta aperta dalla Procura dopo l’esposto del movimento Bonino-Pannella. Nel caso l’indagine venga archiviata, i Radicali potrebbero presentare un altro esposto con l’intera documentazione sulle firme, oppure portarla a integrazione del procedimento aperto davanti al tribunale di via Corridoni. L’accusa: sulle 3.935 firme dichiarate dai presentatori della lista, 42 mancano del tutto, 21 non sono state apposte, 244 sono subito state invalidate dall’ufficio elettorale, 526 avevano vizi di forma come la mancanza di timbro, o della firma dell’autenticatore. Ancora - sempre secondo i Radicali - oltre 1.800 firme sarebbero state fatte prima di aver deciso il nome e l’ordine dei candidati, altre sono doppie e per alcuni nominativi è stato chiesto al Comune il certificato elettorale prima che avessero firmato.
Lo scontro è frontale. Come non bastasse, i Radicali hanno presentato una querela per diffamazione contro Formigoni. «Ci ha accusato, senza ritrattare, di aver detto falsità». Immediata la replica del governatore.

«Questi vogliono sovvertire il voto popolare come hanno tantato di fare in Piemonte, ma qui in Lombardia abbiamo avuto quasi il 60% dei voti, quindi difenderemo il voto della nostra gente che ha scelto con grande chiarezza».

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