Roma

Caos Roma-Lido: ancora attese e treni a singhiozzo

Alessia Marani

I disagi sulla Roma-Lido continuano. Una settimana di «passione» per migliaia di pendolari che ogni giorno fanno la spola tra la Capitale, il litorale e il suo entroterra. Funziona ancora a singhiozzo il servizio sui ventotto chilometri di «strada ferrata» inaugurati dal Duce nel ’24. Corse saltate, partenze soppresse all’ultimo minuto. Ora, però sui guasti e ritardi dei convogli utilizzati sulla tratta, compresi i due «Freccia del mare» inaugurati appena lo scorso anno da Veltroni & Co., vuole fare luce anche la Commissione speciale controllo, garanzia e trasparenza del Campidoglio: «Se ci sono responsabilità ben precise - hanno fatto sapere - vanno scovate». Una situazione a dir poco paradossale per una ferrovia che sfiora i tre milioni di passeggeri al mese e che, almeno secondo i proclami di vertici aziendali e politici, aspira a divenire «moderna metropolitana di superficie».
Un restyling trascinato negli anni a fatica. Prima con un rifacimento della linea aerea di alimentazione durato decenni, poi con la realizzazione di nuove stazioni (Lido Nord, Acilia, Vitinia) per cui c’è voluto un decennio, per non parlare dei treni, vero tasto dolente. Di convogli nuovi di zecca neanche a parlarne. Messi in museo i vecchi treni bottino austriaco della prima Guerra Mondiale solo alla fine degli Anni ’90, Met.Ro. tenta la «carta» mettendo su binari la «Freccia del mare», nient’altro che i vecchi «arancioni» impiegati sulla linea A del metrò romano. «Mezzi più bassi di circa 20 centimetri rispetto alla banchina - sostiene Renzo Coppini, sindacalista Sult - e per il cui certificato di idoneità a esplicare il servizio ancora non ci è stato fatto visionare dal Ministero dei Trasporti. In questo modo, oltre a non essere accessibile ai portatori di handicap, verrebbero meno tutti gli standard di sicurezza».
Sul caso della Roma-Lido è intervenuto anche Gianluca Cavino, capogruppo dei Verdi alla Provincia: «Non è più procrastinabile - afferma l’esponente ambientalista - l’adeguamento della ferrovia a una linea metropolitana vera e propria. È necessario individuare le ragioni dei disservizi e per questo ho inviato una nota urgente ai vertici di Met.

ro e all’assessore alla Mobilità e ai Trasporti della Regione Lazio per capire quali siano state le motivazioni».

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