Caos a viale Mazzini

RomaTafazzi abita a viale Mazzini: in Rai è autolesionismo allo stato puro. Già, perché la celebre delibera targata Beltrandi ha creato un pasticcio dalle conseguenze paradossali: la Rai si priva di trasmissioni che tirano, lascia il campo aperto alla concorrenza, poi aggira i divieti, accetta la sfida di Sant’Oro, la perde, contribuisce ad ergerlo a vittima del regime berlusconiano, lo manda in onda lo stesso, ma senza raggranellare un becco di un euro. Un vero capolavoro di masochismo aziendale.
Autogol a raffica a partire dal 9 febbraio scorso quando il consigliere in quota Pd, Marco Beltrandi, firma un provvedimento-bomba che passa in Commissione di vigilanza: la Rai deve attenersi alle regole della par condicio nei 30 giorni antecedenti alle elezioni regionali. Ai programmi di approfondimento politico, da Porta a Porta ad Annozero passando per Ballarò, si lascia libera scelta: o si conformano ai rigidi paletti della par condicio o si fermano per un mesetto o si occupano d’altro. Prima autorete visto che si lasciano praterie aperte alla concorrenza delle emittenti private. Per la tv di Stato meno puntate dei talk show più amati, meno lavoro, meno share, meno introiti pubblicitari, meno denaro in entrata.
Seconda autorete: l’aspirante martire Santoro lamenta il bavaglio e decide che le regole lui le può aggirare, in barba ai dettami del suo editore. Annozero non può andare in onda? E io lo faccio ugualmente in piazza, con Travaglio, Vauro, Ruotolo e invito pure il fior fior dell’antiberlusconismo militante, fregandomene del contratto di esclusiva firmato con la Rai in cambio di 700mila euro. Tanto i sindacati sono tutti con me. Morale, il «Santoro day» va in onda dappertutto: 40 televisioni, 30 radio, 180 maxischermi nelle piazze, e poi blog, social network ed emittenti concorrenti: Repubblica tv, Youdem, Current Tv ma soprattutto Sky. Un embargo non soltanto violato ma un’audience amplificata, ingigantita, amplificata a dismisura.
Peggio: anche la Rai, con RaiNews24 e il Tg3, sbrodola la santorata. Viale Mazzini, contro Viale Mazzini, diffonde quello che non vorrebbe diffondere. Tutto a gratis, poi, senza nemmeno guadagnarci un euro se non addirittura perdendoci. Impietosi i dati Auditel di due settimane fa che parlavano di un calo degli ascolti dell’8 per cento circa. Tanto valeva lasciare tutto così e sorbirsi gli show santoreschi del giovedì sera. Almeno quei processi non erano maxi. Il risultato di tutto ciò sa di beffa: la trasmissione-pollaio, a bordo campo per non turbare la campagna elettorale, alla fine gioca lo stesso in uno stadio tutto esaurito.
Una kermesse praticamente a reti unificate, cui si unifica proprio chi non voleva mandarlo in onda. E Santoro ride, compiaciuto, consapevole di aver indossato la maglia a lui più congeniale: quella del martire.

Lo fece nel 2001 con il Raggio verde, nel 2002 con Sciuscià, nel 2005 durante la celentanata Rockpolitik, nel 2006 e anni seguenti con Annozero.
Invece di oscurare San Michele, mamma Rai è riuscita nel miracolo di accodarsi al corteo e accendere un cero per illuminare ancor di più il Torquemada di Raidue.

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