Capannoni vuoti, banchine deserte Il fantasma della Darsena Pagliari

Capannoni vuoti, banchine deserte Il fantasma della Darsena Pagliari

L’ingresso in Darsena con le vedette della Capitaneria di Porto e dell’Autorità portuale, il suono delle sirene, un bel taglio del nastro e champagne per innaffiare lo storico momento: era il «D day», il Darsena day della Spezia. Lorenzo Forcieri, presidente dell’autorità portuale spezzina e Claudio Burlando, presidente della Regione, brindarono annunciando la fine di un cantiere durato anni e tanto atteso per lo sviluppo artigianale della città: era il 16 luglio 2009 e, dopo dieci anni, nella città del levante ligure sembrava essersi concretizzata un’opera attesissima.
Il progetto inaugurato fu quello della Darsena di Pagliari, un disegno che prevede la riqualificazione di una darsena intera: 6.500 metri quadri di specchio acqueo a servizio di attività artigianali legate alla nautica con banchine che si sviluppano su un fronte totale di 330 metri e di un ponte mobile, sul canale di accesso, in corrispondenza dell’attraversamento di viale San Bartolomeo. Un lavoro da circa 8 milioni finanziata per oltre la metà dalla giunta Biasotti nel 2003 e per la restante parte dall’Autorità portuale.
Dall’estate scorsa, dunque, alla Spezia «ecco nuove realtà occupazionali e un settore con nuovi spazi e possibilità di espansione in un momento di crisi» annunciava il governatore, mentre il sindaco Massimo Federici, vedendo già officine al lavoro tra le banchine, si spingeva oltre predicendo che si stava lavorando «per garantire un ulteriore sviluppo degli insediamenti artigianali anche oltre quest’area». Una festa, però, durata meno di un giorno. Perché dal 16 luglio, dopo le vedette della Capitaneria, nessuna barca è più entrata in Darsena Pagliari. Il vuoto desolante che fa eco con il silenzio dei capannoni deserti.
Una inaugurazione fasulla perché per rendere possibile l’apertura della zona manca ancora la posa del ponte mobile che avverrà proprio oggi. E sulla nuova inaugurazione si è aperto un altro giallo, perché sugli inviti che l’Autorità portuale spezzina ha spedito compare il nome di Burlando, ma nell’agenda del presidente non c’è traccia dell’appuntamento. «Senso di pudore politico», commenta Giacomo Gatti consigliere del Comune della Spezia in quota Pdl e assessore regionale ai tempi in cui i finanziamenti vennero concessi. Un’opera, quella del ponte mobile, che nonostante l’inaugurazione odierna e la posa definitiva non potrà concedere la definitiva apertura dell’area industriale. Infatti, da oggi dovranno passare ancora mesi prima che passino i tempi tecnici perché l’Autorità portuale predisponga un atto che assegni la gestione del ponte a chi gestirà la Darsena, mentre la capitaneria dovrà emanare un provvedimento che delimiti le aree del demanio marittimo prima dell’operatività del ponte: operazione che necessita di diversi mesi. E così, anche la seconda inaugurazione ufficiale, nonostante gli inviti su carta patinata, il brindisi e le sirene non servirà a vedere completato il lavoro.

«L’ennesimo taglio del nastro per prendersi i meriti di chi questo lavoro lo ha voluto, cioè la giunta Biasotti - commenta Luigi Morgillo, capolista Pdl alla Spezia -. Si tratta di un’altra falsa inaugurazione. Cose alle quali gli spezzini sono abituati. Burlando è costretto a queste cose perché di opere da inaugurare fatte dalla sua amministrazione non ce ne sono».

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