Per capire Xi Jinping meglio studiare il padre perseguitato da Mao

Un saggio indaga sul papà del leader. Fu epurato nella rivoluzione culturale e riabilitato molti anni dopo

Per capire Xi Jinping meglio studiare il padre perseguitato da Mao

Oggi gli storici, e non solo i commentatori dell'attualità, si confrontano sempre più con la figura di Xi Jinping. Fin dalla sua ascesa, hanno raccontato la sua infanzia, i suoi viaggi all'estero da giovane (anche negli Stati Uniti), il modo con cui il crollo dell'Unione Sovietica ha plasmato la sua visione del mondo. Joseph Torigian, docente dell'American University di Washington D.C. e ricercatore alla Hoover Institution di Stanford, compie un passaggio molto più profondo. Si tratta della pubblicazione di una biografia monumentale (di oltre 700 pagine) dedicata al padre di Xi Jinping, Xi Zhongxun, appena uscita per Stanford University Press col titolo The Party's Interests come First.

Torigian è un giovane studioso che si è occupato soprattutto dello studio dei regimi autoritari e delle lotte di potere delle varie élite. Il suo precedente lavoro, Prestige, Manipulation and Elite Power Struggles in the Soviet Union and China after Stalin and Mao (2022), si è distinto per l'originalità e per il modo con cui ha affrontato alcuni miti, tra cui la complessa figura di Deng Xiaoping.

Quest'ultimo libro si basa su un enorme lavoro di archivio, nonostante le oggettive difficoltà che vi sono nello studiare i temi della politica cinese contemporanea. Torigian ha utilizzato una vasta gamma di fonti, tra cui materiali rari, testimonianze e documenti primari reperiti in biblioteche degli Stati Uniti, testi biografici pubblicati nella Repubblica Popolare, materiali inediti da Taiwan e Hong Kong. Ha tra l'altro recuperato le trascrizioni letterali, in lingua tibetana, dei negoziati tra gli emissari del Dalai Lama e Xi Zhongxun. Si è rivolto, per approfondire le prospettive esterne in relazione al Partito Comunista Cinese, agli archivi dei partiti comunisti stranieri, anche in Francia e in Italia.

Xi Zhongxun, nato nel 1913 nella provincia dello Shaanxi, è un rivoluzionario precoce, come ci spiega Torigian. Il suo battesimo, a soli quindici anni, è infatti il tentativo fallito di avvelenare per ragioni politiche un amministratore scolastico, che lo conduce in prigione, dove si iscrive al Partito Comunista Cinese.

Quest'esperienza diviene un simbolo del percorso che attraversa tutto il libro: il rapporto tra la sofferenza, il fallimento, e la fedeltà a un'ideologia. La vita di Xi Zhongxun, segnata dal dramma di ascese e cadute e dalle sofferenze familiari (tra cui c'è il suicidio di una figlia, sorellastra di Xi Jinping), assomiglia a un romanzo ed è anche segnata dalle letture di numerosi romanzi, oltre che da un enorme lavoro politico, soprattutto sul versante pratico e amministrativo e nei rapporti con le minoranze.

Fin dagli inizi della Repubblica Popolare, Xi Zhongxun ricopre posizioni di rilievo. Si occupa delle relazioni con uiguri e tibetani anche se la sua linea politica non ha successo. Nel 1962, viene epurato da Mao. Sarà riabilitato solo dopo 16 lunghi anni, nel 1978, e avrà un ruolo di primo piano nel promuovere le zone economiche speciali a Guangdong. Nel suo ruolo come braccio destro prima di Zhou Enlai che di Hu Yaobang, diviene soprattutto un realizzatore delle politiche, di cui il Partito non sa fare a meno. Xi Zhongxun ha il compito di trasformare in realtà pratica ordini che spesso sono vaghi e contraddittori.

"Gli interessi del Partito vengono prima": il titolo del libro è fondamentale per comprendere la storia di Xi Zhongxun. Deriva da una frase scritta per lui di suo pugno da Mao. Una massima che vuole incarnare il suo percorso rivoluzionario e che finisce per rappresentare la sua vita: sempre leale al Partito, anche quando non si ritrova nelle scelte di Mao e di Deng. Anche durante i fatti di Piazza Tiananmen del 1989: nonostante i suoi dubbi e i tentativi di trovare una soluzione pacifica, alla fine si schiera deve schierarsi a favore della legge marziale. Questo senso di fedeltà supremo al Partito lo turba, lo perseguita, diventa anche frustrazione e dolore mentale, ma non riesce ad abbandonarlo.

Xi Jinping vive l'eco di questa storia tormentata. L'attuale leader cinese, secondo la prospettiva fatta intuire da Torigian, ha capito che un percorso di sola ideologia porta al disastro della Rivoluzione Culturale ma ritiene che l'assenza dell'ordine, garantito dal Partito, porti alla dissoluzione, all'estremo pericolo del corpo politico. L'umiliazione del padre ha fatto crescere Xi Jinping in un ambiente più duro rispetto a quello di altri principini, figli dei leader rivoluzionari, e lui ha voluto trasformare questa sofferenza nella sua forza. Torigian ricorda che, nella sua ascesa politica, Xi Jinping ha rovesciato la domanda "perché restare fedele all'organizzazione che ha ferito mio padre?" nella domanda "perché lasciare l'organizzazione per cui mio padre ha sacrificato così tanto?".

La sofferenza, la delusione, la frustrazione di Xi Zhongxun hanno così nutrito in modo decisivo la vita politica di Xi Jinping: la volontà di prendere il testimone della Rivoluzione, di occuparsi della gloria e della resistenza del Partito, del suo posto nella storia millenaria cinese. Fino a disprezzare la ricchezza materiale davanti a questa enorme ambizione. Ai dubbi che lui stesso ha avuto durante la Rivoluzione Culturale, Xi Jinping ha risposto con la convinzione che solo il Partito può salvare la storia della Cina.

Il concetto di sacrificio, in questi termini, anima il pensiero di Xi Jinping per come è stato costruito. La vita del rivoluzionario è tracciata dai romanzi, dall'esplorazione della natura umana e dalle sue complessità, e allo stesso tempo si svolge in modo pratico, sul campo della politica provinciale e della lotta del Partito. Oscillando tra gli estremismi di un'epoca e il materialismo di un'altra, la costante rimane la fiducia nella missione del Partito, la sua teologia. Xi Jinping vede la società capitalista occidentale, incarnata dagli Stati Uniti, come intrinsecamente inferiore all'esperimento cinese. La società statunitense, secondo questa chiave di lettura, è legata a una ricchezza materiale che porta non solo all'impoverimento del senso ma anche alla dissoluzione dell'ordine, e che rimane un monito per la stessa Cina, al fine di individuare gli avversari interni. Sono quelli che lottano contro il principio "Gli interessi del Partito vengono prima", quelli che non sanno imparare dalla sofferenza.

In questo schema narrativo e ideologico, spesso i personaggi sono vittime e carnefici allo stesso tempo, e a un racconto che divide tra il bianco e nero si sostituiscono le tonalità del grigio. Torigian non vuole fornire risposte certe o previsioni sul futuro, ma aiuta senz'altro a comprendere le dinamiche del potere, dei tradimenti e delle lealtà, nel complesso sistema del Partito Comunista Cinese.

The Party's Interests Come First non è solo la biografia di una persona, ma una prospettiva per illuminare il percorso decennale della Cina e delle sue contraddizioni. Il libro inizia con l'incontro di Xi Zhongxun nel 1990 col suo amico d'infanzia Chen Jianzhong. Con lui aveva architettato, negli anni '20, l'omicidio politico con cui è iniziato il suo percorso rivoluzionario ma in seguito l'amico si schiera coi nazionalisti nella guerra civile e poi diviene uno dei capi dell'intelligence di Chiang Kai-shek a Taiwan. Gli amici si sono ritrovati dalla parte opposta. Lo Stretto li separa. Incontrandosi, riconoscono il loro comune passato, e riconoscono il dolore della loro separazione, della lotta l'uno contro l'altro.

Nel lungo fiume della civiltà cinese, da bambini rivoluzionari cresciuti troppo presto, poi da adulti, infine da vecchi, i loro destini si toccano, si separano, poi si ritrovano. Per poi dividersi di nuovo, nel sipario.

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