La capitale paga pegno alla follia dei tifosi

Non è stato soltanto il treno Intercity Plus 520 a pagare il prezzo della furia distuttrice dei tifosi. Anche i mezzi pubblici, 39 in tutto, che sono serviti a trasportare gli ultrà napoletani fino all’Olimpico e, dopo la partita, di nuovo a Termini, hanno subìto considerevoli danni. Pari a circa 60mila euro, stando alle stime diffuse da Trambus, con 20 vetture fuori servizio finite dritte dritte in officina per essere riparate. Una sagra degli orrori in piena regola, tra porte sfasciate, sedili divelti, corrimano e botole interne fuori uso. Per non parlare della paura respirata per tutto il tragitto dagli autisti, insultati e presi di mira da quei passeggeri rissosi, per giunta stipati all’inverosimile.
Il giorno dopo la partita, per la capitale è il momento di fare la conta dei disagi patiti e di rendersi conto che le dita di una mano non bastano. È sufficiente un rapido giro a Termini per accorgersene: gli addetti delle pulizie in servizio durante Roma-Napoli, hanno ancora negli occhi quei momenti di vero panico: «C’è stato un fuggi fuggi generale - racconta uno di loro - sembrava una scena di guerra. Prima abbiamo sentito i petardi, poi abbiamo visto questo fiume umano dirigersi verso l’uscita. Erano tutti arrabbiatissimi e insultavano chiunque li guardasse». «Fortuna che eravamo stati avvisati di quanto era successo a Napoli, così abbiamo potuto prepararci per il meglio», commenta un agente della Polfer.
Qualche chilometro più in giù, sulla via Prenestina, ci sono le officine di Trenitalia dove viene eseguita la manutenzione delle carrozze. Le undici completamente distrutte dai tifosi, si parla di 500mila euro di danni oltre a quelli indiretti, sono però già a Torino, dove rimarranno per almeno un mese. Tra soffitti, finestrini e paratie sfondate, sedili squarciati e sanitari divelti, il lavoro sarà parecchio. All’interno nessuno sarebbe autorizzato a parlare, ma chi a bordo di quel treno è salito, alla fine non può esimersi dal commentare la scena. «Roba da Far West, cose da pazzi, abbiamo scattato quelle foto perché tutta l’Italia doveva sapere di cosa è capace questa gente», afferma mentre ci indica la porta un responsabile. «Quelli avevano solo intenzione di fare danni, non ci sono scuse - spiega di fronte all’ingresso un tecnico - per quanto si possa dire che hanno viaggiato in condizioni disagevoli, sono stati loro che le hanno create. E poi non ci sono ragioni lecite per distruggere così dei beni collettivi».
Le voci ufficiali di Trenitalia non si discostano più di tanto dalle testimonianze rese dalla gente e dagli addetti che hanno avuto modo di vedere con i loro occhi la devastazione compiuta dagli ultrà. «C’è stata un’apertura di credito verso tutte le tifoserie, che a questo punto credo possa dirsi esaurito», commenta Franco Fiumara, responsabile della sicurezza delle Ferrovie.

«Non ci hanno permesso di effettuare controlli a bordo e hanno aggredito non solo verbalmente il nostro personale. A ciò si aggiungano i disagi che gli altri passeggeri hanno dovuto patire, sebbene abbiamo consentito loro di raggiungere la capitale con qualsiasi treno, anche di categoria superiore e in prima classe».

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