da Milano
La comunicazione è arrivata da Roma a Brescia più di un mese fa, a ridosso dellassemblea di Antonveneta. Ma solo ieri il divorzio tra Capitalia e Hopa è diventato ufficiale: martedì scorso il gruppo romano ha ceduto alla GP Finanziaria di Emilio Gnutti l'intera partecipazione del 2% che deteneva in Hopa e tutte le obbligazioni convertibili.
Il controvalore dell'operazione è di 74,7 milioni e la plusvalenza di Capitalia 3,6 milioni. Allo stesso tempo Capitalia ha acquistato la partecipazione del 3% che Hopa aveva in Mcc al prezzo di 44 milioni, «in linea con la valutazione riconosciuta a Mcc a fine 2003 dai gruppi Merloni e Angelucci in occasione del loro ingresso nel capitale». Capitalia ha così elevato la propria partecipazione in Mcc dal 75,4% al 78,4%.
Il divorzio è maturato nei giorni in cui il ruolo di Gnutti nella scalata ad Antonveneta in appoggio al numero uno della Popolare di Lodi Gianpiero Fiorani diventava via via più forte. Formalmente, la separazione segue una logica strettamente finanziaria, essendosi esaurita la spinta propulsiva dellalleanza strategica e finanziaria. In realtà la decisione è stata presa dal presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, per prendere una certa distanza da Fiorani.
Hopa, che pure non è stata protagonista della scalata in Antonveneta, è però guidata da un patto di sindacato dove sono presenti sia la Lodi, sia la Fingruppo di Gnutti, sia Unipol (insieme con Mps). Cioè i grandi attori della scalata che si oppone allOpa lanciata da Abn Amro su Antonveneta.
In questo quadro lirrigidimento di Capitalia ci sta tutto. Sia nei confronti di Fiorani (i rapporti tra i due si sono notoriamente incrinati da mesi per questa vicenda) sia in rapporto alla banca olandese.
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