da Milano
Opera di pulizia per 535,9 milioni nei bilanci di Capitalia prima del matrimonio con Unicredit che sarà effettivo dal primo ottobre. La prima novità, che emerge dalla semestrale del gruppo creditizio, è lazzeramento della partecipazione in Fiat. Capitalia aveva ancora un pacchetto dello 0,8% che ha ceduto a maggio incassando 195,4 milioni: si tratta del residuo del prestito convertendo firmato per salvare il Lingotto.
Unaltra iniezione di 261,4 milioni è il risultato della cessione, peraltro già annunciata dal gruppo di Via Minghetti, dellintera partecipazione in Parmalat (5,1%). A fine giugno il gruppo, sempre secondo i documenti contabili consultati ieri dallagenzia Radiocor, ha poi ceduto altre partecipazioni minori. A partire dal passaggio ai blocchi, di oltre 2 milioni di azioni Generali, riferibili al prestito convertibile acceso dal gruppo per uscire dal Leone: la mossa ha fruttato 60 milioni. Capitalia ha poi rinunciato al 14,47% dellagenzia regionale per gli investimenti e lo sviluppo - Sviluppo Lazio (7,1 milioni) e al 31,24% di Consortium (3,3 milioni).
Malgrado il clima negativo di Borsa conseguente dalla crisi dei mutui subprime statunitensi, la razionalizzazione della rete di partecipazioni dovrebbe essere proseguita anche in questi mesi. Improbabile, tuttavia,un ritocco alla quota in Pirelli, considerata strategica da Roma.
Limpegno principale della superbanca di Alessandro Profumo, che ha registrato ieri latto di fusione al registro delle imprese di Genova, sarà comunque redistribuire il 9,4% di Mediobanca «ereditato» da Capitalia. Piazza Cordusio manterrà invece il proprio 8,8% assecondando gli equilibri del patto della merchant bank. Roma porterà inoltre in dote anche poco più del 2% di Rcs, la quota è tericamente bloccata nel patto. Laccordo scade tra due anni ma in passato Profumo ha già dimostrato di prediligere le quote «industriali». Non solo, la grande Unicredit dovrà gestire anche il forte legame storico tra Capitalia e Class Editori.
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