Bentornata destra nazionale e sociale. La data scelta non è delle migliori, ma l'incontro milanese di stamani 1˚ aprile è un segno di vita della rediviva destra dopo la triplice catastrofe: lo scioglimento di An, la diaspora di Fini, la caduta del governo Berlusconi.
A festeggiare i 60 anni del Secolo d'Italia ci sono tutte le componenti, eccetto due: la Destra di Storace e il Terzopolo di Fini, in questi giorni incartato nella leggina «ad personcinam» per mantenere i privilegi quando finirà la cuccagna di presidente della Camera.
L'incontro è necessario per non sparire. Distinguersi per non estinguersi.
Ma è necessario anche per il Pdl, perché non può permettersi il lusso di disperdere quell'opinione pubblica di destra che è almeno un terzo del suo bacino di consensi. Lo slogan «sempre protagonisti » è eccessivo per comparse che rischiano la scomparsa, ma è un segno di vita.
Quattro consigli non richiesti. Il primo, costituite un punto di riferimento stabile e visibile per la destra, non un partito ma un centro, un cuore (a cui destinare i fondi di An) e apritelo anche al di là del Pdl. Secondo, non giocate questa componente in chiave ostile contro l'ex Forza Italia, fate un altro gioco, più grande e più lungimirante.
Terzo, non limitatelo ai politici, cercate di chiamare a raccolta ambiti diversi, non elettorali.
Non un «colonnello» ma un capitano coraggioso per riveder le stelle. E destreggiarsi.
Quarto, sceglietevi se non un leader almeno un portavoce, giovane, presentabile e d'estro, facendo un salto generazionale.
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