Cronaca locale

Capo rom sfruttava cento prostitute

L’uomo, un romeno ex ospite a Triboniano, adescava le ragazze in Romania con la falsa promessa di un lavoro

Era il capo indiscusso di un’organizzazione che gestiva nel rhodense quasi 100 prostitute, con un guadagno giornaliero di oltre 50mila euro. Colui che adescava le ragazze direttamente in Romania promettendo lavoro e fortuna, che le faceva arrivare in Italia, che le teneva segregate nel campo nomadi di via Triboniano a Milano, privandole dei documenti per avviarle alla prostituzione. Inoltre vendeva ad altre organizzazioni quelle che garantivano minori profitti, disponendo anche «spedizioni punitive» nei confronti di chi non si atteneva ai patti. I carabinieri di Rho che indagavano sul lucroso business, lo stavano cercando da quando il 9 luglio rimase gravemente ferito durante la sparatoria avvenuta tra albanesi e romeni a Bollate. Un regolamento di conti che aveva lo scopo di eliminare il capo dei romeni. T.F., 27enne che si era salvato dopo aver passato alcuni giorni tra la vita e la morte, e da allora si era reso latitante. Nel frattempo altri 5 componenti della stessa banda erano finiti in carcere e fra questi un altro romeno, anch’egli ospite del campo di via Triboniano. Ma anche la latitanza del pericoloso boss della prostituzione ha avuto il suo epilogo. Gli uomini del capitano Luca Necci lo hanno arrestato l’altro giorno in un ospedale milanese, dove avevano saputo si sarebbe recato per una visita specialistica. Alcuni di loro, camuffati da infermieri lo hanno atteso in ospedale, hanno pazientato fino al termine della visita medica per poi bloccarlo appena uscito dall’ambulatorio. Il romeno dovrà rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, e sfruttamento della prostituzione. «Il romeno di 27 anni è stato allontanato dal campo di via Triboniano il 13 agosto scorso per non aver rispettato il Patto di legalità - hanno spiegato il vice Sindaco di Milano Riccardo De Corato e l’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli -. È stata la prima famiglia ad aver perso il diritto di assegnazione del proprio spazio abitativo, per aver trasgredito le regole fissate nel patto. Sappiamo bene che intorno all’area di Triboniano gravitano abusivi che non hanno alcun diritto all’ospitalità - hanno aggiunto -, ma non c’è e non ci sarà nessuna accoglienza al di fuori del progetto di legalità che abbiamo stabilito e condiviso con le famiglie alla firma del Patto. La Polizia municipale e le Forze dell’ordine sono quotidianamente impegnate nell’allontanamento di queste persone». Un impegno che il più delle volte rischia però di non sortire gli effetti sperati. «Certo che ad oggi - hanno concluso gli assessori - abbiamo ben pochi strumenti per intervenire con maggior fermezza nei confronti dei cittadini comunitari.

Se il Prefetto potrà adottare provvedimenti di allontanamento forzato e immediato, allora non saranno vanificati gli sforzi degli agenti».

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