Economia

Capuano invita l’Europa a creare la Grande Borsa

Presentato ieri un modello industriale di aggregazione. La risposta di Euronext: «L’iniziativa è positiva, ma nel progetto andrebbe coinvolto anche il Nyse»

da Milano

L’idea è maturata nelle ultime settimane, sulla spinta delle ripetute dichiarazioni delle autorità governative e monetarie europee, tutte a favore della creazione di una Borsa federale europea. E così ieri, Borsa Italiana, da tempo oggetto di una corte serrata sia da parte di Euronext, sia di Deutsche Börse, ha deciso di non far cadere la propria scelta né sull’una, né sull’altra. Più che un atteggiamento dilatorio, determinato dalla volontà di vedere quale piega prenderà la partita che si gioca sul triangolo Parigi-Francoforte-New York, questa volta la scelta di Milano rimanda alla volontà di recitare un ruolo di primo piano nel risiko borsistico. In pratica, Borsa Italiana si candida a diventare l’anello di congiunzione tra Euronext e Deutsche Börse. O, meglio, a convincere la prima dell’opportunità di un’alleanza con la seconda. Per dar vita, appunto, a una Grande Borsa continentale.
Questo è il senso del mandato affidato ieri, al termine di una riunione, dal cda di Borsa Italiana all’amministratore delegato Massimo Capuano, che ha sottoposto, come spiega una nota, «un progetto di Borsa federale europea basato su un modello industriale che tenga conto delle esigenze di tutti i mercati potenzialmente coinvolti». Coadiuvato dal comitato ristretto, di cui fanno parte il presidente di Borsa Italiana Angelo Tantazzi, il vicepresidente Gianpietro Nattino e i due consiglieri Pietro Modiano e Alessandro Pansa, il board ha invitato Capuano «ad avviare un confronto con le Borse europee interessate per verificare la fattibilità del progetto». L’obiettivo è senza dubbio ambizioso (Borsa Italiana si dice infatti «consapevole della complessità dell’iniziativa»), anche perché non esclude l’aggiunta di ulteriori tasselli dopo quelli - fondamentali per la riuscita del progetto - di Euronext e Deutsche Börse (l’alleanza è «aperta nel futuro a ulteriori alleanze internazionali»), ma va nella direzione auspicata di recente dal presidente della Consob, Lamberto Cardia. E sulla stessa lunghezza d’onda si erano espressi in precedenza Romano Prodi, il presidente francese Chirac, il Cancelliere tedesco Angela Merkel, fino al numero uno della Bce, Jean-Claude Trichet.
Il nodo resta però sempre lo stesso: convincere Euronext ad abbandonare l’intesa da 10 miliardi di dollari sottoscritta con il Nyse e ad accettare così le avance di Francoforte. Capuano dovrà dunque saper mostrare grandi capacità diplomatiche e di mediazione e presentare un piano industriale i cui contenuti - in particolare nelle parti che riguardano l’integrazione dei sistemi di trading e di post-trading - siano particolarmente convincenti. Parigi ha già fatto pervenire ieri una prima risposta, la cui sostanza è questa: «Apprezziamo l'iniziativa di Borsa Italiana. Tuttavia esistono delle condizioni da rispettare: in primo luogo gli obiettivi devono essere condivisi da tutti e poi deve essere creato un mercato davvero federale».

E comunque «il progetto di Borsa federale europea sarebbe più forte se venisse coinvolto un gruppo internazionale come il Nyse».

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