Capurro manda in tilt i revisori dei conti

Capurro manda in tilt i revisori dei conti

Chi la fa l'aspetti a Rapallo. Prima o poi. Perché è andato in onda in differita il botta e risposta tra l'ex sindaco, Ezio Armando Capurro, e l'amministrazione rapallina guidata da Mentore Campodonico (Pdl). Anzi, tra l'ex sindaco e il collegio dei revisori dei conti che hanno aperto la partita lo scorso 7 settembre con una lettera indirizzata al presidente del consiglio, Roberto Spelta, per lagnarsi delle «pressanti richieste di Capurro» che è passato già alla storia del Comune per le centinaia di interpellanze e interrogazioni presentate all'amministrazione cittadina in soli due anni di opposizione. «Richieste (sull'attività del collegio in merito al bilancio del Municipio, ndr) improduttive e dispendiose in ordine al tempo impiegato e alla carta consumata», hanno scritto i revisori. Insomma, un vero e proprio cahier de doléances snocciolato, parola per parola, dallo stesso Spelta nel pieno del consiglio comunale.
Capurro lì per lì incassa il j'accuse. Ma se da un lato all'ex sindaco i conti del Comune non tornano, dall'altro l'ora di fare i conti coi tre revisori colpevoli di avere scritto a Spelta «invitandolo a informare il consiglio» non tarda ad arrivare. Con un contropiede letteralmente mozzafiato. Perché se l'affondo dei revisori di era risolto in due pagine di lamentazioni, Capurro martedì (mentre in Municipio si festeggiava per aver ricevuto come Comune più virtuoso della Liguria il premio di 370mila dal Governo) si presenta con un plico tre volte più consistente chiedendo a Spelta di leggerlo come aveva fatto con la lettera dei tre tecnici. «Una procedura inusuale», azzarda il relatore designato. Ma in nome della par condicio, il segretario comunale Roberto Capobianco dà il via alla replica di Capurro al collegio dei revisori. Collegio «eletto per la prima volta con i voti dei soli consiglieri di maggioranza - parte Capurro citando sentenze del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale - che per questo motivo non dà quelle garanzie di assoluta imparzialità richieste dalla funzione oltre a non conoscere le proprie competenze e connesse responsabilità, né quelle dei consiglieri comunali».


Un attacco anche alla professionalità dei tre esperti che nella loro lettera su Capurro avevano scritto che quella sarebbe stata «anche l'ultima comunicazione dei revisori in ordine alle iniziative del predetto consigliere». Salvo sviluppi, probabilmente.

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