Gianandrea Zagato
«Con le sue idee ci aiuterà a fare proposte importanti per Milano». Ultime parole famose di Francesco Rutelli. Chiosa al passaggio di Roberto Caputo da Forza Italia alla Margherita. Transumanza di due mesetti fa. Che, secondo il presidente della Margherita, avrebbe aperto le cataratte e avrebbe portato giù la piena degli azzurri. Ma, attenzione, soprattutto, Caputo portava con sé le idee.
Sessanta giorni dopo, il passaggio al centrosinistra non sembra aver prodotto però i risultati sperati. Lex vicepresidente del consiglio provinciale resta lunico acquisto fatto: nessunaltro ha saltato il fosso ovvero le uniche idee comperate da Rutelli restano quelle di Caputo. Sempre presente in aula e sempre pronto a intervenire sui temi fondamentali per Milano, per la Provincia e per larea metropolitana gradita al presidente Filippo Penati. Ma, sorpresa, anche pronto a reclamare una scrivania. Sì, un tavolo con una poltroncina. Per sé e per tutti i quarantacinque consiglierei. Lha fatto, verbale di consiglio provinciale, lo scorso sedici giugno, quando ha sostenuto che «non si può più andare avanti in queste condizioni», che «non ci sono le condizioni fisiche per svolgere il compito di consigliere» e che «alcuni gruppi consiliari non hanno a disposizione neppure un commesso».
Anche lui comprende lo stato danimo di chi è rimasto senza un ufficio, a spasso per Palazzo Isimbardi e, magari, come dice Caputo, «accavallati luno sulla segretaria dellaltro».
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