Caputo si dà ai versi sexy L’insegnante dei salesiani eletta col Pd: «Un Petrarca»

«Mi lecchi. Mi baci. Mi frusti. Touchscreen. Ecco le manette. Ecco la corda. Led. Vedo il piacere». Titolo della poesia: Prigioniero. Autore Roberto Caputo, consigliere provinciale del Pd. Il componimento fa parte di un’intera raccolta dal titolo i-Sex. Non è uno dei testi più spinti e sono tutti corredati da illustrazioni erotiche, per così dire piuttosto esplicite. L’autore ne va fiero («ho messo insieme informatica e sesso»), manda in giro le copie con il biglietto da visita della Provincia.
Non è l’unico contributo arrivato da Palazzo Isimbardi a questa raccolta di poesie. La prefazione è affidata alla penna di Roberta Perego, anche lei consigliere provinciale del Pd. La politica trentunenne insegna Lettere al Liceo scientifico delle Opere sociali Don Bosco di Sesto San Giovanni e vanta nel suo curriculum l’aver lavorato per un anno come «mediatrice culturale» per il Pontificio Istituto Missioni Estere.
La professoressa Perego regala al compagno di scanno una prefazione entusiastica: «Questa raccolta di liriche testimonia che la nostra storia letteraria è ancora viva». Si lancia in un paragone ardito: «Caputo sembra realizzare ciò che Petrarca raccomandava a se stesso: leggere e digerire i classici per imparare a essere se stessi».
Cercare tracce di Francesco Petrarca nella raccolta non è impresa facile. Ecco un’altra delle liriche caputiane. Chiare, fresche e dolci acque? «Mugola il tuo piacere suona la tua viola i-pod scompaio nello strumento cd usato per la tua gioia». La prefazione della Perego fa un balzo di seicento anni: «Del futurismo vi è un’eco fortissima, ma ampiamente superata... Vi si legge anche la lezione dell’Espressionismo e della sua opposizione alla civiltà delle macchine». Non si ferma: «C’è un labor limae che ci riporta ai classici». E poi climax, anticlimax e chi più ne ha più ne metta.
Professoressa, a parte il resto, ma dove vede Petrarca? La Perego non si scompone: «Il paragone con Petrarca mi è nato per il lavoro di Caputo: le sue molteplici revisioni mi hanno richiamato alla mente le undici edizioni del Canzoniere del Petrarca».

Lei insegna dai Salesiani? Nessun imbarazzo? «Sui contenuti ho espresso perplessità. È chiaro che non ci può essere condivisione. Nella prefazione mi sono attenuta all’aspetto linguistico, ho espresso solo un parere tecnico».

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