«Cara Befana, fai sparire gli usurai»

I suoi genitori vittime degli strozzini

Giacomo Bondi

Una letterina alla Befana non per chiedere dolci e giocattoli ma per «far sparire chi ci ha fatto diventare poveri. Befana cara, fai sparire gli usurai. Quelli che fanno piangere mamma e papà. Cara Befana, anche se sei vecchia e senza denti e sempre brutta, io so che tu sei buona e che puoi farmi questo grande piacere».
Parole toccanti - scritte con il cuore da una bimba che crede esistano ancora Babbo Natale e la Befana - e che hanno lasciato senza fiato i genitori della piccola, artigiani residenti a Frosinone e che da quasi un anno vengono assistiti dall’associazione «Sos antiusura», presieduta da Michele D’Alessio.
È stato proprio quest’ultimo, contattato dalla coppia che ha dovuto chiedere per l’ennesima volta un sostegno economico per poter sopravvivere, a rendere nota ieri mattina sulle pagine di un quotidiano locale la triste storia.
Una vicenda, quella rivelata dall’associazione anti-usura, che dimostra come il fenomeno, negli ultimi anni, partendo dalle grandi città, si sia allargato anche nelle realtà di provincia, dove le attività economiche ruotano soprattutto attorno all’agricoltura e all’artigianato. «Quando, ieri mattina, i genitori di Martina mi hanno mostrato quella letterina innocente, alla vista di quella calligrafia infantile - spiega D’Alessio - ho provato una pena al cuore. Un dolore immenso e tanta rabbia per non poter far più di quanto, noi dell’associazione e le forze dell’ordine, quotidianamente facciamo».
«La storia di Martina - spiega ancora il presidente dell’associazione che si propone di contrastare il fenomeno dell’usura aiutando le vittime degli strozzini - è comune a quella di tanti altri bambini che, durante le festività natalizie, non hanno potuto avere quello che, normalmente, con letterine e richieste verbali, si ottiene dai genitori, dai nonni, dagli zii».


«Ieri siamo stati noi dell’associazione - ricorda con la voce rotta dalla commozione D’Alessio - ad aver comprato, come accaduto per Natale, dolci e giocattoli per i figli di alcuni nostri assistiti. Piccoli pensieri che, però, sono serviti a rendere un triste Natale meno pesante, soprattutto per i genitori che, mortificati, a volte credono di essere la causa di tanti guai».

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