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Carabinieri in Comune per le carte dei centri sociali

Carabinieri in Comune per le carte dei centri sociali

I carabinieri in Comune. Per prendere una copia dell’atto con cui la giunta ha regolarizzato i centri sociali che occupano abusivamente gli immobili e portano avanti le loro battaglie per i valori dell’illegalità come la semina e la produzione di sostanze stupefacenti. Lo ha ammesso l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri, che si è ovviamente detto stupito dalla cosa. L’idea che le forze dell’ordine possano verificare cosa ci sia dietro l’appoggio di un’istituzione pubblica a gruppi poco inclini ad accettare le regole e a rispettare le leggi, proprio non riesce ad accettarla. Ancor più se si considera che l’ingresso a palazzo Tursi, negli uffici delle direzioni interessate dal provvedimento, da parte dei carabinieri è avvenuto poche ore prima che i rappresentanti della giunta Vincenzi firmassero il protocollo d’intesa con l’associazione di don Andrea Gallo, in qualità di garante dei centri sociali.
Ranieri ha «incolpato» di questo intervento Gianni Plinio, responsabile sicurezza del Pdl che aveva annunciato la presentazione di un esposto in procura e alla Corte dei Conti sulla stipula dell’accordo. Questa accusa è però una «medaglia al valore» secondo l’esponente del centrodestra, che si dice fiero di aver sollevato la questione. E che si augura soprattutto che l’intervento dei carabinieri possa preludere «all’opportuna apertura di un fascicolo da parte della magistratura di fronte a un grave atto compiuto dall’amministrazione comunale».
Tra l’altro gli stessi assessori avevano vantato un immaginario appoggio da parte dei cittadini genovesi a questa loro scelta in favore dei centro sociali.

Ma la reazione della città, anche attraverso i siti e le lettere ai giornali e agli organi di informazione, è stata semmai diametralmente opposta. In molti hanno criticato la scelta del Comune di trovare sempre risorse per i centri sociali e di annunciare tagli e tempi di crisi per il resto dei genovesi.

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