Mentre nei campetti brasiliani o argentini muovono i primi passi le future stelle del calcio, a Cuba e Porto Rico crescono gli assi del baseball, in Venezuela il prodotto d'esportazione è la bellezza. Un primato confermato dalla vittoria a Miss Universo della splendida Stefania Fernandez che ha ereditato scettro e corona dalla connazionale Dayana Mendoza. Un successo festeggiato a Caracas come una vittoria ai mondiali, con dirette tv e feste in strada.
«Sono felicissima, abbiamo fatto storia», ha affermato Stefania. Il Venezuela è il primo Paese in 58 anni a incoronare per due anni consecutivi una sua Miss. La neovincitrice - 18 anni, occhi marroni, capelli castani, 1,77 di altezza - è però solo l'ultima di un lungo elenco di belle Made in Caracas: sei Miss Universo, cinque Miss Mondo e cinque Miss International. Più delle medaglie conquistate dal Venezuela alle Olimpiadi. Un dominio che ha eletto il Paese sudamericano a «fabbrica delle miss».
E di vera e propria industria si tratta. Le reginette di bellezza vengono prodotte in serie: selezionate, cresciute, addestrate e spesso modificate ad arte per primeggiare. Il pigmalione delle future miss è Osmel Sousa, un cubano che dal 1981 è presidente di Miss Venezuela, rampa di lancio per i concorsi internazionali. Sousa, detto lo Zar della bellezza, è l'uomo che può portare successo o lasciare nell'anonimato con un solo sguardo. In un Paese in cui ogni città, scuola o centro commerciale elegge le sue miss, sono migliaia le ragazze che sperano di finire nella scuderia di Sousa. Ma solo in 60 ogni anno hanno l'onore di essere selezionate. Hanno tutte tra i 17 e i 25 anni e già alle spalle chilometri percorsi sulle passerelle fin dai sei anni di età. Le fortunate scelte dagli scout di Sousa vengono poi invitate a Quinta Miss Venezuela, la villa rosa salmone dove vivranno per sei mesi giornate a base di disciplina militare, diete ferree, palestra e corsi che serviranno a decidere le 28 partecipanti al concorso nazionale. Tutto gratis, o quasi. Chi vincerà dovrà lasciare il 20% dei premi.
Intanto le future miss passano e ripassano sotto gli occhi di Sousa e dei suoi collaboratori: un chirurgo dentale e un chirurgo plastico. Sì, perché per vincere non ci si limita a quanto Madre Natura dona. «È un concorso di bellezza e la scienza esiste per aiutare a perfezionarla - sostiene Sousa -. Non c'è niente di male». Per cui ritocchi a naso, zigomi o seno sono solo «correzioni di piccoli dettagli». «Negli altri Paesi non esiste un'organizzazione come la nostra - aggiunge -. Qui abbiamo una nostra scuola dove le ragazze sono preparate a un unico scopo: essere regine di bellezza». Il fine è semplice: «Renderle perfette anche attraverso una preparazione da atleti», spiega Sousa.
Sacrifici che le giovani principesse su tacchi a spillo affrontano volentieri in un Paese dove i concorsi per Miss sono una religione.
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