In carcere il tassista aggressore

Alessia Marani

Restano disperate le condizioni di Pasquale Leonardi, 44 anni, il conducente d’auto a noleggio selvaggiamente pestato da un tassista romano lo scorso giovedì pomeriggio davanti all’hotel Hiberia di viale XXIV maggio. «La situazione è critica, non si sa ce la farà», sussurra piangendo nei corridoi del centro di rianimazione dell’ospedale San Giovanni dov’è ricoverato il fratello, Vittoria. «Pasquale è un uomo buono, un gran lavoratore. Chi l’ha ridotto in questo stato è un delinquente e come tale va punito», dice una coppia d’amici. I medici hanno già sottoposto Leonardo a ben 4 operazioni. Il pugno sferrato al suo volto da A.M., 39 anni, una sfilza di precedenti per episodi simili alle spalle ma una regolare licenza taxi in tasca, gli ha letteralmente frantumato il cranio. E anche se dovesse uscire dal coma, i sanitari sono scettici circa le possibilità di una normale ripresa. Una vita distrutta, insomma. E apparentemente senza motivo. I fatti. Intorno alle 16 di giovedì due anziane turiste olandesi attendono in strada, di fronte all’albergo, l’arrivo di un’auto NCC già richiesta e pagata dalla mattina. «Funziona così - dicono all’hotel - quando un cliente chiede una macchina per Fiumicino, noi chiamiamo la solita ditta di noleggio». Fatto sta che in quel momento passa di lì A.M. a bordo della sua Ford Focus bianca della cooperativa taxi. Vuole convincere a tutti i costi le due straniere a salire sulla sua auto. Tenta persino di strappare loro i trolley dalle mani. Le donne, spaventate, rientrano in albergo. Interviene il figlio del titolare. Che, per tutta risposta, si becca uno schiaffone che gli rompe il timpano sinistro. A.M. è una furia, esce, sale sulla Focus percorre qualche metro. Ma poi vede arrivare Pasquale Leonardo sulla sua berlina. Torna indietro e sgancia un destro contro il poveretto che cade a terra esanime. «Gli ho tenuto aperta la bocca per farlo respirare - racconterà ai carabinieri il figlio del proprietario -. Ha perso subito i sensi, il colpo è stato troppo forte». Il tassista si dilegua a piedi. Dal numero di licenza i carabinieri risalgono all’identità. Lo braccano per tutta la notte: sotto casa dei genitori, della moglie, dai fratelli e dai cognati. Quello tiene spento il cellulare, alla fine, messo alle strette si consegnerà alla caserma di Roma Centro all’alba. «È accusato di lesioni gravissime - afferma il maggiore Giancarlo Pintore - e considerata la sua pericolosità per i precedenti e per il fatto di avere aggredito due persone, si trova rinchiuso a Regina Coeli a disposizione della magistratura». E mentre il sindaco Veltroni bolla come «gravissimo» l’episodio di giovedì, nella categoria c’è chi parla di «un’esplosione di violenza, scatenata dal clima di tensione dell’ultimo periodo». Vale a dire il braccio di ferro che ha visto da una parte tassisti, Comune e Governo contro; e poi tassisti contro tassisti e contro noleggiatori in particolare sul fronte della «spartizione» delle corse da e per l’aeroporto Leonardo da Vinci.

«Oltre a condannare il fatto assimilabile alla delinquenza comune - dice Luigi Pacilli, della Federnoleggio Confesercenti - lanciamo il richiamo alla responsabilità politica e sindacale di coloro che, per opportunismi politici ed elettorali, non hanno fatto altro che alimentare l’odio nelle categorie».

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