Lezioni di cuore in carcere. Perché in cella non si muore solo di suicidi, come è avvenuto ancora ieri con un detenuto tossicodipendente che si è impiccato con le lenzuola di carta. È questa lidea che stanno portando avanti i cardiologi dellAnmco, associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri che, insieme alla fondazione «Hearth Care Foundation», promuovono in tutta Italia e anche in Liguria la prima campagna nazionale di prevenzione ed educazione cardiovascolare dentro le case circondariali.
Le iniziative che riguardano la Liguria partono oggi a Marassi. «In Liguria i circa 900 detenuti nelle carceri hanno bisogno di prevenzione cardiovascolare - racconta Stefano Domenicucci, presidente regionale Anmco e direttore del dipartimento cardiologico della Asl 3 genovese -. La popolazione carceraria è peculiare per il suo rapido mutamento, e negli ultimi dieci anni ha visto accrescersi la percentuale di migranti rispetto alla popolazione italiana generale. In carcere convivono diverse etnie e culture e per questo risulta difficile stimare il rischio cardiovascolare dei detenuti. Negli istituti di pena è anche arduo correggere lo stile di vita: lattività fisica non viene incoraggiata, la dieta può non essere adeguata e il fumo è diffusissimo. Se a questo aggiungiamo il diabete, il grasso corporeo eccessivo e il carico di stress che i detenuti sostengono si comprende come sia opportuno intervenire con un progetto educativo».
La preoccupazione dei cardiologi deriva anche dai dati: ogni anno numerosi detenuti muoiono in carcere per arresto cardiaco. «Avere stime precise non è facile, ma tutte le Unità di terapia intensiva coronarica possono raccontare di aver assistito un detenuto colpito da infarto», prosegue Domenicucci.
La giornata di oggi è divisa in due momenti.
Cardiologi in carcere a Marassi fanno lezioni di cuore ai detenuti
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