Una volta la scambiavano per isteria e anche ora è spesso difficile per una donna riconoscerla e  affrontarla, come  per un medico diagnosticarla. 
 Ma l'endometriosi colpisce in Italia ben 3 milioni di rappresentanti della popolazione femminile  e in molti casi, se trascurata, diventa invalidante e porta all'infertilità. In Europa sono 14  milioni e 150 nel mondo.
 Il problema, dice il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, è stato «troppo a lungo  sottovalutato, anche se riguarda il 30 per cento delle italiane in età fertile». 
 Per invertire la tendenza arriva una campagna istituzionale informativa nazionale  sull'endometriosi,  il cui primo passo è lo spot che partirà martedì 19 luglio sulle reti Rai.
 «In questo modo - spiega la Carfagna- vogliamo aiutare  le donne a conoscere la malattia e a  ritrovare fiducia». 
 Realizzato dal ministero, in collaborazione con la Fondazione Italiana Endometriosi Onlus (Fie),  lo spot ha come testimonial l'attrice Nancy Brilli. 
 E lei racconta, alla presentazione dell'iniziativa a Roma, che c'è voluto coraggio per uscire  allo scoperto e raccontare che anche lei ne ha sofferto, ma grazie alle cure è anche riuscita ad  avere un figlio.
 C'è voluto coraggio anche per mettere la sua faccia su questo spot. «Mi hanno fortemente  sconsigliato- rivela la Brilli-. Sono anni in cui dobbiamo essere tutti belli, sani e  fortissimi. E nessuna "defaillance" è ammessa soprattutto sul lavoro. Nel mio campo, in  particolare, l'immagine è tutto».
 La campagna di comunicazione si inserisce nel quadro delle azioni messe in campo dal ministero  per le Pari opportunità dal 2009, con la firma del Protocollo insieme a Inps, Inail e Fondazione  endometriosi.
  «Lo scopo - spiega la Carfagna- era quello di finanziare la ricerca per individuare nuovi test  diagnostici e cure che permettano di ridurre la sofferenza delle pazienti, offrire un concreto  sostegno a tutte le donne che vivono questo problema che incide nella vita personale e in quella  lavorativa, consentendo loro di poter contare su permessi e una rete assistenziale più  completa».
 In parallello è stato istituito un tavolo tecnico che per il ministro per le Pari opportunità  rappresenta «il primo atto concreto per la tutela di milioni di donne italiane affette dalla  patologia, affinchè si possa combattere ogni forma di discriminazione sociale e professionale».
 L'endometriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto  che riveste la parete interna dell'utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube,  peritoneo, vagina, intestino. 
 «Provoca mensilmente dolori molto forti - dice Rosalba Veltri, direttore generale per la  comunicazione del ministero per le Pari opportunità-, che spesso impediscono alle donne di  lavorare in quei giorni e questo per troppo tempo ha messo in pericolo il loro lavoro. Ecco  perchè si studia, in  accordo con gli enti previdenziali, la possibilità di  far riconoscere la  malattia come invalidante, in modo che non abbia ripercussioni occupazionali negative». 
 Nuove conoscenze su questa patologia arrivano grazie ad un recente studio del presidente della  Fondazione Italiana Endometriosi Onlus, Pietro Giulio Signorile, che mette in luce per la prima  volta la stretta connessione tra endometriosi, infertilità, menopausa precoce ed inquinamento. Il lavoro è stato classificato tra i migliori studi di medicina dal prestigioso istituto inglese  «Faculty of 1000 Medicine». 
 «L'endometriosi -dice Signorile- è una malattia di genere e un fenomeno sociale che coinvolge  tutti gli aspetti della vita della donna». 
 Oltre alla campagna, la Fie conduce attività di ricerca grazie, alle quali sono stati raggiunti  importanti traguardi quali la scoperta dell'origine embriogenetica e quella dei principali  fattori scatenanti, gli interferenti endocrini come il Bisfenolo A, presente in molti oggetti di  plastica di uso comune.
 «Alle donne dico di avere coraggio - ha affermato Nancy Brilli -, troppo spesso la prima cosa  che viene detta a chi è affetta da endometriosi è che non potrà avere figli. É probabile, ma non  sicuro, non è una condanna senza appello. La cosa più importante è mantenere la malattia sotto  controllo. Non bisogna sottovalutare i sintomi: a volte, basta una semplice analisi del sangue e  con le cure del caso le ovaie possono essere salvate. L'endometriosi si può combattere,  l'importante è non aspettare».
 Lo spot durata 45 secondi e racconta, spiega il regista Serafino Murri,  «le pene fisiche,  psicologiche ed esistenziali delle donne colpite da questo male, in una luce di speranza.
La Carfagna annuncia il primo spot contro l'endometriosi, testimonial Nancy Brilli
Dal 19 luglio partirà sulle reti Rai la campagna istituzionale informativa voluta dal ministero per le Pari opportunità e dalla Fondazione italiana endometriosi onlus.
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