Leffetto scure della manovra finanziaria sulla Lombardia, ora ha un volto ed ha preso le forme di una percentuale precisa: meno 37%. A tanto ammontano, per ora, i tagli sulle spese previste dal Pirellone tra il 2010 e il 2011, fra politiche avviate e contratti stipulati. I conti hanno spazzato via tutti i «chissà» delle ultime settimane e hanno vanificato, al momento, le speranze dei dirigenti lombardi. Per far quadrare i conti ovviamente bisognerà fare qualche sacrificio. Altrimenti il prezzo da pagare sarà ancora più salato e si concretizzerà in penali e contenziosi giuridici. Per forza di cose saranno sacrificati i servizi ai cittadini: già si calcolano 800 milioni di euro in meno da investire nei contratti per il trasporto locale (con una riduzione del 20%), cento milioni in meno saranno dedicati alle politiche per le famiglie e si parla di 200 milioni in meno da investire nei corsi triennali di formazione. In sostanza, la Regione ha preso impegni di spesa che dovrà correggere con un taglio medio del 20,8% su tutte le politiche in atto e su tutte le direzioni.
Le effettive risorse non trasferite dallo Stato sono stimate in circa 1,1 miliardi per il 2011 e per almeno 1,2 miliardi a decorrere dal 2012. Tanto per cominciare. La giunta lombarda si è messa a fare i conti sulle entrate che non ci saranno e sui progetti che, a malincuore, non potranno più essere realizzati o che rischiano seriamente di non decollare. È stata fatta quindi una prima stima dellimpatto della Finanziaria e, con i numeri alla mano, non sembrano affatto campate per aria le parole di allarme lanciate qualche settimana fa dal presidente Formigoni che aveva parlato di «scure» e di affossamento dei progetti lombardi, federalismo compreso.
Intono allo stesso tavolo si sono seduti il presidente Roberto Formigoni e lassessore al Bilancio Romano Colozzi che, dintesa con il vice presidente del Pirellone, il leghista Andrea Gibelli, hanno individuato alcune delle prime linee per gestire le conseguenze dei tagli imposti dal governo. Per limitare i danni, i vertici della Regione continueranno le trattative con il governo, senza mollare. Cè tempo fino a 90 giorni dopo la conversione del decreto legislativo in legge (presumibilmente alla fine di ottobre) per rimodulare i tagli. Come? Con un accordo che sarà perfezionato in sede di conferenza Stato-Regioni. In caso di mancata deliberazione si procederà ai tagli proporzionali.
La spesa assoggettata al patto di stabilità interno esclude la spesa sanitaria, i cofinanziamenti dellUnione europea e le concessioni di crediti non rilevabili ai fini europei. Il tetto di spesa stimato per il 2011 è di circa 3,8 miliardi di euro. Questa, in sostanza, sarà la cifra che il Pirellone non dovrà superare per rispettare il patto di stabilità.