I nostri parlamentari, per la loro cocciutaggine nel difendere privilegi insostenibili, in questo momento non risultano certo simpatici ai cittadini. Di più, persino qualche vaffa si può comprendere. Ma le manette no, mai prima di un processo e di una sentenza. Questo principio deve valere per tutti (violenti e socialmente pericolosi a parte) ma per gli eletti un po' di più. Altrimenti consegnamo a pm spregiudicati, faziosi e in preda a deliri di protagonismo i destini del paese e quindi i nostri. Io per esempio, del magistrato John Woodcock non mi fido.
E lo dico per esperienza personale. Mi ha intimidito, indagato e fatto perquisire per aver scritto un articolo. Non si fa. Se il castello di accuse dell'inchiesta cosiddetta P4 è fondata come il suo teorema su di me, giuro che andrebbe radiato. Ma anche se così non fosse, anche se i deputati Papa e Milanese fossero davvero dei mascalzoni, il pm esibisca le prove, le porti in aula e ottenga una condanna esemplare, non emessa da lui, da La repubblica o da Di Pietro ma da un tribunale. E a quel punto le porte del carcere giustamente si spalanchino per chiunque. Per questo oggi il parlamento non deve concedere l'autorizzazione ad arresti in bianco per i due suddetti deputati. Cederebbe soltanto alla demagogia giustizialista degli Scalfari, dei Travaglio e soci vari. Mettendo a rischio davvero e per sempre l'autonomia della politica. La Lega ci pensi bene prima di farsi prendere la mano dal clima forcaiolo.
Non dimentichi che anche il suo leader Umberto Bossi è passato attraverso vicende giudiziarie e condanne senza per questo fare un giorno di galera, neppure preventiva. Ed è stato un bene, perché le sue colpe si sono poi dimostrate molto inferiori a quello ipotizzate dall'accusa. Questa sera vorremmo poter dire di vivere ancora in un paese almeno formalmente libero. Che già di tentativi di bavagli a senso unico ne abbiamo a sufficienza.
Nelle ultime ore il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, è stato indagato per avere
pubblicato una divertente vignetta che raffigurava anche il presidente Napolitano. Per lui il diritto di satira concesso a Vauro e a Benigni non vale. In sintesi: cara casta, più tagli e niente manette, mi raccomando.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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