La Carige smentisce «i falsi del Corsera»

La Carige smentisce  «i falsi del Corsera»

Banca Carige ribatte punto per punto alle accuse rivolte, nelle scorse settimane, dal Corriere della sera a proposito della gestione dell’istituto e delle operazioni finanziarie condotte dal management sotto la regia del presidente Giovanni Berneschi. La puntualizzazione diretta via lettera al quotidiano milanese che in quattro successive occasioni aveva pubblicato ampi servizi sulla maggiore banca della Liguria sottolinea innanzi tutto «la denigratoria e irresponsabile campagna di stampa nei confronti del Gruppo Banca Carige» che si baserebbe su presupposti «incompleti, fuorvianti, parziali, tendenziosi, errati o inconferenti». A cominciare dai ratios (valori dei coefficienti patrimoniali) dell’istituto di credito che «sono ampiamente superiori rispetto a quelli richiesti dalla normativa applicabile». Ma anche le operazioni immobiliari relative alle società assicurative Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni non si prestano a nessuna censura, e risultano verificate e approvate dall’Isvap, la società di controllo delle imprese di settore. Parimenti corrette, inoltre - insiste la lettera del Gruppo Banca Carige che chiede la pubblicazione integrale dei dettagli sul Corsera, con evidenza pari a quella degli articoli citati -, sono le operazioni di convenzione «rinnovata con gara» con la Lega nazionale dilettanti e la «situazione del comparto creditizio», in particolare per quanto riguarda i rapporti col gruppo Festival (poi entrato in crisi irreversibile), le «sofferenze sulle operazioni di cartolarizzazione dei muiti», e il ruolo assunto da Carige con la partecipazione al capitale della Cofid e alla società Ili-Infrastrutture Lavori Italia e Ili Autostrade (la banca ha dismesso le proprie partecipazioni che ammontavano rispettivamente al 15 e al 7 per cento delle quote). In chiusura della lettera firmata dal direttore generale della Carige Alfredo Sanguinetto, viene ribadita la «querela per diffamazione nei confronti del dott.

Gerevini» (autore degli articoli «incriminati») e la «riserva di porre in essere ogni ulteriore azione a tutela della banca e degli azionisti» con la diffida al quotidiano dal pubblicare «ulteriori notizie artatamente descritte».

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