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Carl Philipp Emanuel, l'altro Bach idolatrato da Mozart

Orazio Sciortino rilancia l'opera del quinto figlio, geniale e innovatore, di Johann Sebastian

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Carl Philipp Emanuel, l'altro Bach idolatrato da Mozart

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A qualcuno piace (l'altro) Bach, cioè la musica di uno dei figli prediletti dal gigante barocco Johann Sabastian, ovvero Carl Philipp Emanuel (1714-1788), anche lui compositore. Già, proprio così. Da qualche tempo, soprattutto in Germania, Austria e Olanda (l'Italia, in queste cose, appare sempre in ritardo, che novità...!) ricercatori e musicisti, e pubblico al seguito, si sono accorti che quel giovane antico è degno di nota. Per alcuni motivi: primo, la bellezza della sua musica «emozionante»; poi perché inventò, in senso moderno, la «musica per tastiera», attacca il pianista-compositore Orazio Sciortino (a riprova di una sua visione, l'autore dei Lumi scrisse anche il Saggio di metodo per la tastiera). La musica di papà Johann Sebastian, anche se avanzata, si rifaceva a modelli precedenti; invece due dei suoi pargoli aprirono strade nuove: Johann Christian lo stile «galante», Carl Philipp Emanuel lo stile «sensibile». «La sua è una musica basata sui contrasti - continua Sciortino - ma anche sulla ricerca timbrica dello strumento». Secondo la storia, tanti compositori dovranno molto al «piccolo grande Bach». Sulla questione, disse la sua anche Mozart che in una lettera scrisse: «Egli è il padre, noi i figli. Ciò che noi sappiamo fare, lo abbiamo appreso da lui». Amadeus non si riferiva al «vecchio» Kapellmeister di Lipsia - va precisato - che dopo un lungo periodo di oblio venne riscoperto e rilanciato, nel periodo romantico, dal compositore tedesco Mendelssohn.

Una bella storia, questa, con scampoli di novità musicologiche da cui è anche scaturito un interessante risultato artistico, una nuova incisione. Che - fino a prova contraria - appare quasi come un unicum da noi: si tratta del disco appena messo in circolazione, C.P.E. Bach - Piano Concertos & Other Works For Solo Piano; alla tastiera proprio Orazio Sciortino, accompagnato dall'Orchestra di Padova e del Veneto (etichetta del cd Hanssler). «Il progetto - spiega Sciortino - è nato per un corso che dovevo fare. Dovendo scegliere un compositore dell'epoca di Carl Philipp Emanuel Bach, quindi parliamo del Settecento, decisi di proporre proprio lui. Un po' lo conoscevo, ma non abbastanza. Studiandolo, ho scoperto un mondo». Dunque è arrivata l'incisione, realizzata, fa notare il virtuoso che si occupa anche della direzione orchestrale, con una compagine «molto sensibile e duttile, qualità determinanti per affrontare questa musica, di non facile esecuzione». Musica che richiede estrema abilità nel cambiare atteggiamenti espressivi e colori.

Ma c'è di più. Altri approfondimenti si trovano leggendo le note (al cd) del musicologo-pianista Luca Ciammarughi (tra l'altro riconosciuto dalla critica come sensibile interprete di Schubert e della musica francese), il quale, oltre a sottolineare che l'influenza di questo autore su Haydn, Mozart e Beethoven, nonché sui romantici, è oggi pienamente riconosciuta, fa notare come «Carl Philipp Emanuel abita l'interregno fra il padre Johann Sebastian (che muore nel 1750) e Mozart (che nasce nel 1756); periodo in cui i mille volti del Settecento si intrecciano, fra eredità barocca, gusto preclassico, stile galante e quell'Empfindsamkeit Stil di cui Carl Philipp Emanuel fu l'esponente più rilevante». L'Empfindsamkeit («sensibilità») è spesso vista come annunciatrice del Romanticismo. Analisi a parte, il figlio «sensibile» del grande Bach come era visto dai suoi contemporanei?

«All'epoca - spiega Marco Targa, storico della musica, ricercatore e docente all'Università della Calabria - la sua figura era molto più conosciuta e apprezzata di quella del padre. Da un punto di vista storico, un tassello fondamentale, un anello che porterà allo stile classico». La sua musica, tra l'altro, aveva un andamento «rapsodico», quasi «come flusso di coscienza» che colpiva, e colpisce profondamente, l'ascoltatore.

Dulcis in fundo, qualcosa sul rapporto col padre si può dire, «anche se - prosegue Targa - da un punto di vista storiografico l'aspetto del romanzo familiare dei Bach è piuttosto lacunoso. Sicuramente Carl Pilipp Emanuel con il genitore ebbe un rapporto intenso, visto che fu il suo insegnante; poi era stato arruolato nelle fila del Thomanerchor, il coro delle voci bianche diretto da Johannes Sebastian stesso». Curiosità: il «grande vecchio» fece visita a Federico II di Prussia, il quale aveva assunto come cembalista proprio il figlio, che probabilmente «come un intermediario intercesse» con il riluttante papà. La serata alla Musikzimmer di Sanssouci, il 7 maggio del 1747, fu memorabile. Soprattutto quel che successe dopo.

Ricorda Targa: «Nacque il capolavoro bachiano Offerta musicale».

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