Di Carlo avvera il sogno «Samp, Champions e derby: vere emozioni»

Di Carlo avvera il sogno «Samp, Champions e derby: vere emozioni»

«Lei viaggia spesso per l’Europa» così recita la scritta sulla sciarpa che porta al collo Domenico «Mimmo» Di Carlo, da mercoledì sera nuovo allenatore della Sampdoria e pronto a raccogliere una delle sfide più affascinanti nella storia del club. Chissà se all’Europa Mimmo ci ha già pensato e come se l’aspetta. Lui che in carriera da giocatore, nell’unica esperienza fuori dai confini nazionali, ha guidato come mediano il Vicenza fino alla semifinale di coppa delle Coppe del ’98. Ora si parla di Champions League, roba che scotta e non ti fa trattenere l’emozione.
L’anticipo
Un’emozione tale che Di Carlo si è fatto scappare di aver firmato per la Sampdoria prima ancora che la società lo ufficializzasse diventando il primo allenatore della storia che si autoproclama: «Per me è un’emozione grandissima - commenta -. Ho giocato d’anticipo per la troppa voglia di arrivare a Genova. Mi è scappata quella parola in più per l’emozione. D’altra parte giocare d’anticipo è una caratteristica delle mie squadre». Il presidente Riccardo Garrone sorride, ammette di non conoscere il tecnico e presentandolo lo chiama De Carlo: «conosco pochi allenatori della serie A e ho apprezzato il nuovo allenatore come persona leale in questi giorni di trattativa».
L’intercambiabilità
Al Chievo Verona il gioco del tecnico ciociaro, che ha firmato un contratto biennale, era il 4-3-1-2: difesa a zona e tre mediani di spinta, un trequartista pronto ad agire come argine sul portatore di palla della squadra avversaria e due punte centrali intercambiabili. Tutti si aspettavano che scendesse dal Veneto con la stessa idea e invece ha dimostrato di essere uno intercambiabile, rispondendo alla caratteristica che il direttore generale Sergio Gasparin aveva tracciato parlando del futuro tecnico della Sampdoria. «Del Neri ha fatto molto bene con il 4-4-2, un calcio veloce con equilibrio espresso dai giocatori dentro e fuori dal campo: erano le caratteristiche della squadra di Del Neri, saranno quelle della mia». Tradotto, la Samp potrebbe, sul mercato, puntare a bloccare gli esterni rinunciando all’acquisto di un trequartista puro (si è parlato di Pinzi nei giorni scorsi) confermando lo stesso atteggiamento tattico espresso dalla squadra in questa stagione. «Questo non significa - precisa il neo allenatore - che giocheremo ogni partita con lo stesso modulo, ci saranno occasioni dove per affrontare l’avversario nel migliore dei modi potremo adattarci ad altre soluzioni».
I pupilli
La particolarità della stagione doriana sarà aprire subito con l’obiettivo forse più importante: passare il turno preliminare di Champions League. «Dovremo partire subito concentrati e sarà un vantaggio» chiarisce Di Carlo che sul futuro dei pupilli è sereno: «Non voglio spendere una parola in più di quelle già spese dal presidente. Mi sembra sia stato abbastanza chiaro. Cassano e Pazzini? Sanno già cosa devono fare, per me gli attaccanti, così come i centrocampisti e i difensori, sono tutti importanti e decisivi per mantenere un discorso di equilibrio. Su Antonio dico solo che avrò un rapporto franco e chiaro con lui. Si dovrà impegnare molto perché tra due anni c’è l’Europeo». A proposito di pupilli, i complimenti e un in bocca al lupo va a Palombo, Pazzini, Ziegler e Padalino che stanno per partire per i mondiali.
Lo staff
Insieme a Di Carlo arriva parte dello staff che lo ha seguito nell’esperienza di Verona a partire dall’allenatore in seconda, il chiavarese Roberto Murgita. Resta come preparatore dei portieri Guido Bistazzoni mentre Gianni Brignardello sarà il preparatore atletico. A Genova il tecnico della Sampdoria trova Sergio Gasparin già dirigente quando Di Carlo vestiva la maglia del Vicenza. Un rapporto di stima immutato.
La piazza
«Questa è una piazza prestigiosa, calda che ti dà stimoli.

Un bravo tecnico deve riuscire a portare la propria mentalità in questi contesti, caratterizzando la squadra per arrivare a risultati sempre più importanti. Io proverò a fare questo -ha concluso il neo blucerchiato-, convinto che con il lavoro si ottengano sempre dei risultati. Eppoi aspetto il derby, non ne ho mai disputato uno».

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