«Carnevalata, servono aiuti alle famiglie»

da Roma

Rispetto per i diritti degli omosessuali come individui ma un no deciso all’equiparazione con le famiglie. Il centrodestra ancora una volta respinge la richiesta avanzata dalla piazza di un riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. Unica eccezione quella rappresentata dai Riformatori Liberali, guidati da Benedetto Della Vedova di Forza Italia, che ha preso parte al Gay pride chiedendo al tempo stesso diritti per le coppie di fatto e sostegni per le famiglie.
Il Gay pride, dice il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, parte col piede sbagliato quando si propone come risposta al Family day. «Non possiamo che nutrire il massimo rispetto per chi manifesta ma non possiamo condividere lo spirito annunciato da questa manifestazione, quello di essere alternativa al Family day - dice Bondi -. Questo non corrisponde ai valori profondi degli italiani ed è grave che il governo abbia dato il suo patrocinio».
Critico anche il capogruppo azzurro, Renato Schifani, che analizza le divisioni interne alla maggioranza, osservando che «proprio le piazze sono la prova provata della debolezza e della conflittualità interna» di un centrosinistra frantumato. «Le piazze italiane che erano il punto di forza della sinistra oggi ne certificano il fallimento nella sua esperienza di governo - osserva Schifani -. Mastella a piazza San Giovanni per il Family day, Ferrero e Pollastrini a piazza del Colosseo per il Gay pride, Rifondazione e Comunisti italiani a piazza del Popolo contro gli Usa, quando Prodi stringeva la mano a Bush».
Sferzante Maurizio Gasparri di An: «I ministri dovrebbero varare provvedimenti per le famiglie, non partecipare alle carnevalate - taglia corto Gasparri -. Il governo litiga sul tesoretto ma non fa nulla per alleviare il carico fiscale delle famiglie». Per Riccardo Pedrizzi, responsabile An per le Politiche della famiglia, «l’irrinunciabile esigenza di garantire libertà agli omosessuali non può portare in nessun modo al riconoscimento legale delle unioni gay».
Sarcastico l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli «L’esecutivo fa bene a sponsorizzare il Gay pride. I gay infatti sono gli unici a non essere scontenti del governo Prodi».

Un altro leghista, Roberto Calderoli, invita i gay a pentirsi non rispetto alle loro «propensioni che sono comunque considerate legittime» ma per il fatto di manifestare in piazza perché così diventano «strumenti di comunicazione dei cattivi maestri».

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