Paròn Giampaolo Pozzo è all'Udinese da un quarto di secolo, Andrea Carnevale sublime talentscout da un decennio. Da calciatore fu attaccante di buon livello e personaggio discusso, a 50 anni è mago del pre-mercato: scova fenomeni a basso costo. «Prendete Handanovic - racconta -, cinque anni fa era nella nazionale slovena, pagammo 10mila euro il prestito e poi 30mila il riscatto. E' uno dei migliori portieri d'Europa, vale 3-400 volte quegli esborsi: non sbaglia più».
Carnevale gira il mondo, per comodità parte dalla vicina Slovenia. «Lì il calcio si evolve, il Palermo ha scovato diversi buoni giocatori. Peraltro noi abbiamo qualcosa in più, nel reclutamento. Di enorme qualità».
All'Udinese il bell'Andrea visse un biennio da 16 gol, vi tornò a fine carriera, 7 reti in due parentesi, riportandola nel '95 in serie A, mai più persa. «Conobbi Pozzo prima che acquistasse la società, mi convise ad accettare Napoli, sarei rimasto qui a Nord-Est. Nel 2001 mi affidò questo lavoro oscuro, dietro le quinte».
Sino a tre anni fa era spalleggiato dal peruviano Barbadillo (ex Avellino e Udinese anni Ottanta), addetto al setaccio dvd. Ora guida uno staff di 20 osservatori, compreso Roberto Policano, l'ex mancino di Torino e Napoli. Carnevale prende meno di 100mila euro l'anno, eppure alla famiglia Pozzo ha fatto guadagnare mille volte tanto. «Valorizzando Pizarro e Iaquinta, Quagliarella e De Sanctis; Motta, Pepe, Di Michele e molti altri».
Il rimpianto è Candreva, che nel Livorno Lippi fece debuttare in Nazionale. Tra Juve e Parma si sta perdendo. «Straordinario sul piano tecnico, scelto 5 anni fa. Giuro sulle sue qualità, mi sarebbe piaciuto tenerlo, non è rientrato nei piani perchè mancanza di spazio».
Il ragazzo dei sogni è Alexis Sanchez, cileno di 22 anni pagato un milione e mezzo. «Anche Pozzo rimase impressionato dalle sue qualità, nel 2008. Se Zamparini valuta Pastore 40 milioni, quanto vale il nostro scassinatore delle difese?». In sua assenza l'Udinese ha concesso gli unici punti del ritorno, in casa con Bologna e Brescia. «Potrebbe diventare Maradona. Mentalmente è fortissimo, per come si allena. Raggiungerà i primi al mondo, i livelli di Messi e Cristiano Ronaldo».
Particolare il feeling con il capocannoniere Totò Di Natale, 21 reti. «Stiamo sempre assieme, me lo tengo stretto. E' un genio del pallone, ha il piede di Diego, me lo ricorda nei gesti sul campo: eleganza, classe e fiuto del gol». In comune hanno il flop azzurro. «Io al Mondiale di Italia '90 partii titolare grazie a Uefa, coppa Italia e due scudetti vinti al Napoli. Con Austria e Usa sbagliai gol facili, alla sostituzione mandai a quel paese il ct Vicini. Schillaci furoreggiò bloccando il mio Mondiale. Di Natale in Nazionale è arrivato stabilmente a 29 anni, sfortunato agli Europei: sbagliò il rigore con la Spagna e fummo eliminati. In Sudafrica l'Italia era vecchia, è stato inghiottito dalla catastrofe".
A Udine c'è la seconda vita di Carnevale. Da bambino perse i genitori uccisi, in Campania era considerato sodale di Maradona nei vizi: «Solo voci». Alla Roma un anno di squalifica per doping, Lipopill a fine '90. «Una leggerezza, con Peruzzi. All'epoca c'era molta ignoranza sul tema, era un farmaco per dimagrire. Adesso peso un quintale».
In Friuli ha voltato pagina dopo il matrimonio con Paola Perego: vive con Beatrice, che gli ha dato Arianna, 9 anni.
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