Carni accostate a sarde e melanzane Immancabile il «panaro» con uova sode

La Pasqua è il trionfo della tavola a Napoli e dintorni. Chi non ha mai assaggiato casatiello e pastiera dovrà prima o poi correre ai ripari. Al Sud la tavola domani si fa ancora più ricca. In Campania come in Sicilia. Gennaro Esposito titolare della «Torre del saracino» a Vico Equense porta in tavola il capretto ripieno di lardo e ramerino e con una colata di alici. Non farà mancare la «minestra maritata» con le verdure di stagione e poi il «casatiello» nobile pasta con le uova incastonate e la celebre immancabile «pastiera». Secondo lui il mangiare fuori a Pasqua è in netta crescita anche al Sud. Non solo. Anche a Napoli e dintorni sono già arrivati gli stranieri, francesi soprattutto, che magari scelgono di dormire in alberghi non troppo lussuosi ma non disdegnano invece di andare a cena in ristoranti di qualità. Insomma la carica dei golosi pasquali è in movimento. Lo conferma anche Pino Cuttaia titolare del ristorante «La Madia» in Sicilia. «Abbiamo il problema di dire di no», ammette. Il suo locale è già stato prenotato almeno da una decina di giorni. Qui non mancheranno agnello e capretto rigorosamente cotti nel forno a legna. Ma di questi tempi, fa notare, le sarde sono più buone e più grasse. Eccola dunque la celebre pasta con le sarde che andrà a fare compagnia a un prelibato cannolo di melanzane in pasta croccante con pomodorino dolce e formaggio ragusano. Roba da leccarsi i baffi solo a sentirlo dire, figuriamoci ad assaggiarlo. Altra prelibatezza tipica: il soufflé di macco di fave una specie di zuppa con le fave macinate.

La tradizione porta sulle tavole in Sicilia anche il Panaro con le uova, pasta dolce con un uovo sodo decorato con i «diavoletti», palline rosse e colorate. Dice che si fa per i bambini ma c’è da credere che diavoletti «a parte», manderà in estasi soprattutto gli adulti.

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