Il caro-benzina minaccia il Ferragosto E Scajola convoca i signori del petrolio

LA MAPPA Gli aumenti sono generalizzati e coinvolgono tutte le società, inclusa Agip

Il caro-benzina minaccia il Ferragosto E Scajola convoca i signori del petrolio

La fiammata dei carburanti minaccia l’esodo di Ferragosto e il governo interviene: il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha convocato per oggi pomeriggio le compagnie petrolifere a via Veneto, per spiegare le ragioni dell’aumento dei prezzi. È il primo incontro fra governo e compagnie sul tema dei carburanti, che in questi giorni è diventato decisamente «caldo».
Gli aumenti sono generalizzati e coinvolgono tutte le compagnie che, sia pure con rialzi di entità diversa, portano la benzina verde a 1,339 euro al litro raggiunti martedì da Agip, che ha ritoccato di tre centesimi i listini. Più o meno tutte le compagnie si attestano intorno a 1,34 euro al litro.
Più frammentato il panorama sul diesel, il cui prezzo varia da 1,158 euro al litro di Erg e Total fino a 1,169 euro di Shell. Il colosso petrolifero anglo-olandese ieri ha superato tutti gli altri marchi, aumentando di 3,5 centesimi il prezzo della benzina verde, che arriva a 1,349 euro, vicinissima alla soglia psicologica di 1,35 euro al litro, e di 3 centesimi il diesel, che si attesta a 1,169 euro.
I prezzi dei carburanti presentano però differenze notevoli su base territoriale. È Napoli la città dove si spende di più per un pieno di benzina (1,374 euro al litro), mentre per risparmiare qualcosa conviene andare a Trieste (1,324). Le grandi città si trovano a metà classifica: a Roma la benzina costa 1,338 euro, a Milano 1,341. Ma spostarsi lungo la Penisola alla ricerca del distributore più economico è complicato. Una soluzione per risparmiare può essere rivolgersi alle cosiddette pompe «bianche», vale a dire quelle non appartenenti alle grandi catene: la benzina qui costa appena 1,236 euro al litro e il gasolio 1,052 euro. Qualche convenienza, infine, c’è anche con i prezzi degli impianti self service sulle autostrade.
Ieri intanto il petrolio è sceso sotto i 71 dollari al barile (anche se poi ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,7% a 71,95 dollari a barile) al mercato di New York dopo un aumento ampiamente superiore alle previsioni delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Le scorte settimanali infatti sono cresciute di 1,7 milioni di barili a 349,5 milioni di barili, mentre gli analisti prevedevano un incremento minore, pari a 800mila barili
E le associazioni dei consumatori aprono le ostilità: «Ogni anno si verifica la stessa situazione, con aumenti concomitanti agli esodi dei cittadini», afferma il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, «ci appelliamo ad Antitrust e Mister Prezzi affinché indaghino sui rincari dei carburanti». Il Codacons chiede inoltre alla Guardia di Finanza di controllare i fogli di acquisto dei carburanti di pompe e depositi, per accertare se vi siano stati rialzi puramente speculativi, e nel caso di procedere al sequestro. Federconsumatori e Adusbef, dal canto loro, auspicano un abbattimento dei prezzi dei carburanti, anche attraverso la liberalizzazione del canale di vendita, e tornano a chiedere «maggiori verifiche e controlli sul meccanismo intollerabile della doppia velocità».
Ma il governo non è rimasto a guardare: già martedì sera il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, aveva parlato di «ultimo giro per i furbi». E ieri è arrivata la convocazione dei petrolieri da parte del ministro Scajola.


Una decisione che Cesare Cursi, presidente della commissione Industria del Senato, commenta con soddisfazione: «Già nella commissione d’indagini che ha concluso i suoi lavori nei giorni scorsi e relativa proprio al prezzo dei prodotti petroliferi - dice Cursi - si era espresso l’auspicio che il ministro proseguisse nella sua iniziativa di pervenire a prezzi trasparenti che andassero incontro alle esigenze dei cittadini e delle industrie».

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