Sul pistolotto di Diego Della Valle, quello delle Tod's, ciascuno ha detto la sua. Pochi lo hanno lodato, molti lo hanno criticato. Egli ha portato acqua al mulino degli anti Casta e questi gli sono grati; e ha deluso chi si aspettava non un grido di dolore, ma una proposta politica che, invece, non c'è stata. L'unico a potersi considerare soddisfatto è lui, il mitico scarparo, perché il suo sfogo- di questo si tratta - è stato una mossa geniale ai fini aziendali, uno spottone potente in favore del brand. Altro che la trovata del Colosseo da restaurarsi con un esborso di 25 milioni di euro. Diego, con molto meno, una letterina un po' naïf pubblicata per un pugno di euro su vari giornali (perché non il nostro? ce l'ha con Sallusti e me?), ha piazzato un colpo da maestro della comunicazione e del marketing.
Infatti, da sabato, cioè dall'uscita della missiva malandrina, non si parla d'altro: a cosa punta Della Valle? dove vuole arrivare? mira a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi? tira la volata a Montezemolo? Con una spesa di 50-70mila euro (esageriamo), l'industriale ha ottenuto un ritorno di immagine valutabile intorno ai 3 milioni, magari di più, perché della sua iniziativa si andrà avanti a discutere chissà per quanto tempo ancora.
Giù il cappello. Siamo ammirati da cotanta abilità commerciale, il signor Tod's ha capito l'antifona. Mentre quei pistola di Confindustria, dopo essersi riuniti e consultati, e dopo aver ponzato settimane per dare una soluzione ai problemi italiani, hanno partorito un topolino smarrito, un piano paragonabile alla scoperta dell' acqua calda, lui, avendo buttato giù trenta righe in puro stile Beppe Grillo e anche sgrammaticate (andate a rileggervi il quinto capoverso), ha piazzato il suo prodotto calzaturiero. Le idee più giuste nascono dalla semplificazione delle ovvietà, che al nostro riesce facile per inclinazione naturale. Il suo appello, in fondo, è l'aggiornamento furbo del vecchio detto: piove, governo ladro. Cambiano le parole, ma il significato è lo stesso, reso ancor più convincente da una pennellata sapiente di antipartitismo.
Della Valle è consapevole di un dato acquisito dagli studiosi di psicologia di massa: dei politici non si è mai parlato male abbastanza. E lui va giù duro. Addosso alla sinistra e alla destra; massì, anche al centro. Un'intemerata in piena regola finalizzata a rendere credibili i consigli per gli acquisti di mocassini, borsette, abbigliamento. Uno legge l'epistola e pensa: toh, finalmente un imprenditore che le canta a quei poltroni del Palazzo. Bravo Diego, si vede che hai le palle. E giù ordinativi. Ogni tanto, d'altronde, il marchio ha bisogno di una riverniciatina.
Anche in questa circostanza, come in altre, l'Uomo Qualunque di origini marchigiane ha dimostrato d'aver intuito la direzione del vento. La moda è il suo campo. E se la moda è strapazzare i politici, dire che sono un branco di parassiti inetti, Della Valle non indietreggia: si butta con decisione sul mucchio selvaggio dei politicanti e ne distrugge la reputazione. Il sistema paga. Il personaggio è anche cauto, come un serpente, quindi attacca a testa bassa la moltitudine che vive nei corridoi delle segreterie, salva qualcuno senza però dire chi e si limita a invitare i migliori a seguirlo nella battaglia per riscattare l'Italia (o il made in Italy), dando l'impressione d'aver indovinato la strada per vincere. Peccato solo che non precisi quale sia questa benedetta strada.
E allora? Niente e così sia. Rimaniamo qui con i nostri dubbi e le nostre incertezze. Ne sappiamo quanto prima: abbiamo un governo che fatica a governare, come tutti i governi di coalizione; un premier incalzato dai pm e con le mani legate perché il nostro Paese è impaniato in una Costituzione del Carlo Codega; un'opposizione che ignora cosa si debba fare nella presente congiuntura e si danna l'anima per mandare a casa Berlusconi; dei sindacati ottocenteschi; corporazioni medievali nemiche giurate del liberalismo; una società chiusa e timorosa di perdere privilegi (diritti acquisiti); una scuola che guai a toccarla altrimenti strilla tale e quale un ossesso.
Caro Della Valle, il marketing è il marketing e gli affari sono affari. Ma dimmi che faresti al posto di Berlusconi, come lo faresti e con quali forze.
Aspetto una tua seconda letterina chiarificatrice. Lo spazio sul Giornale te lo diamo gratis, mica siamo come il Corriere o Repubblica , noi. A una condizione: che tu esca dal vago e metta i piedi non nelle Hogan ma per terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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