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Francia, nominato il centrista François Bayrou come nuovo premier
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Caro Marco Doria, niente da dichiarare su queste fotografie?

Caro Marco Doria, niente da dichiarare su queste fotografie?

(...) che però non rinunciano a dare lezioni al mondo. Liberissimi di farlo, ci mancherebbe.
Il problema, però, è che queste lezioni spesso sono fatte sulla pelle della città. Se gli stessi che facevano i comitati contro la bretella Voltri-Rivarolo, che è stato l’errore capitale che ha ammazzato lo sviluppo della città, oggi fanno i comitati contro la Gronda, uno qualche domanda se la fa. Poi, se c’è da dire che a mio parere il tracciato scelto non è il migliore, lo dico convintamente. Anzi, per dirla tutta, a me piace molto il percorso «basso» che piace anche a Marco Doria e che piaceva anche a Claudio Burlando che propose il raddoppio del Morandi, con tanto di intervento del miglior architetto del mondo, Santiago Calatrava. Ma questo non autorizza a dire no alla Gronda tout court.
Quindi, ribadisco, una volta in più, Doria non è una caricatura ed è una persona perbene. Ma, proprio perché è una persona perbene, credo che debba dimostrare di avere coraggio, prendendo le distanze da alcuni settori del suo schieramento.
Mi riferisco alla vergognosa contestazione di cui è stato oggetto martedì il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, che era stato invitato a Tursi per presentare un libro. Diciamo subito che l’invito era stato probabilmente fatto perché il libro era percepito come antiberlusconiano e quindi i consulenti di Marta non si erano lasciati sfuggire l’occasione. Ma il fatto che non condivida una o più righe di un libro, mai mi farebbe passare per la testa l’idea di zittire l’autore dello stesso.
Mi ritengo un garantista per tutti, quindi anche per i No Tav e credo che siano sacrosanti i diritti della difesa. Ma ricordare questo, anche nell’inchiesta torinese - quindi non solo per i colletti bianchi o per gli «amici» politici, ma anche per coloro da cui mi sento distantissimo - non mi autorizza in alcun modo ad andare in giro ad insultare Caselli, a scrivere parolacce contro il procuratore sui muri, a cercare di impedire la presentazione di libri, ad accendere fumogeni in pieno centro, a seminare il terrore fra la gente, a cercare di colpire con le bottiglie le finestre della prefettura e a rompere vetri.
Qui, invece, succede così. Ed esponenti dei centri sociali e del movimento No Tav hanno pesantemente contestato Caselli, senza peraltro riuscire a impedirgli di parlare. La «colpa» del procuratore sarebbe quella di aver arrestato alcuni militanti No Tav accusati di violenza. I manifestanti, invece, contestano il fatto che sarebbe stata colpita non la violenza, ma la contrarietà all’alta velocità in Val di Susa. Due concetti su cui Caselli ha spiegato: «Fatte le debite proporzioni, questi episodi mi ricordano i familiari dei camorristi che circondano le auto delle forze dell’ordine per impedire gli arresti dei loro congiunti». E ancora: «Sostenere che la nostra inchiesta criminalizza il movimento è come dire che chi persegue uno stupro criminalizza il sesso. La protesta e la violenza sono due cose diverse, esattamente come il sesso e lo stupro». Eppure, anche a Genova, gli arresti sono stati considerati illegittimi. Nei giorni scorsi (pacificamente) i consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà e della Federazione della Sinistra-Rifondazione hanno dato solidarietà all’arrestato di Santa Margherita Ligure in carcere; altri esponenti di Sel (pacificamente) hanno partecipato al corteo dal centro cittadino al carcere di domenica scorsa; don Gallo ha (pacificamente) benedetto il corteo e (pacificamente) i consiglieri comunali di Rifondazione comunista Antonio Bruno, dei Verdi Luca Dallorto e del gruppo misto (ex dipietrista, ora area popolo viola) Manuela Cappello hanno difeso gli arrestati, parlando di «misure di carcerazione percepite come punitive». Credo che quasi tutti questi signori sostengano la candidatura di Marco Doria. Così come credo che potrebbero votare per Doria molti dei manifestanti dell’altro giorno.
E a questo punto prendo atto di due cose. Primo: in Piemonte decine di esponenti del Pd hanno solidarizzato con Caselli e condannato le manifestazioni No Tav a sostegno degli arrestati e altrettanto ha fatto il capogruppo dell’Italia dei Valori in consiglio regionale Andrea Buquicchio; a Roma molti deputati del Pd hanno usato le stesse parole contro la violenza e anche lo stesso Antonio Di Pietro e un esponente di spicco di Sel come l’ex eurodeputato Claudio Fava hanno preso le distanze da tutto questo. A Genova, invece, tanti silenzi. Dall’opposizione si è fatto sentire solo il vicecoordinatore del Pdl in città Antonio Oppicelli e Susy De Martini, candidata della Destra, da cui molto mi divide ma che ieri si è meritoriamente offerta di ripulire le scritte. Dal centro ha parlato la montezemoliana Italia Futura. A sinistra, invece, l’unica a dire qualcosa il primo giorno è stata Marta Vincenzi - da noi tanto criticata in altre occasioni - che però ha avuto coraggio e dignità. È vero che prima ha bocciato un ordine del giorno del Pdl che impegnava sindaco e giunta «a manifestare nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica le proprie perplessità circa l’autorizzazione delle manifestazioni violente No Tav», spiegando che aveva votato contro «sulla base della libertà preventiva di ogni manifestazione pubblica». Marta, però, ha poi aggiunto: «Spero che il Pd presenti un ordine del giorno contro le violenze No Tav. C’è una mobilitazione contro Caselli da parte di chi ritiene che le violenze non debbano essere condannate. Spero che il Pd prenda le distanze da posizioni di questo tipo». E, per una volta, mi sono ritrovato alla virgola nelle parole della sindaco.


Il problema è che tutto il Pd, tranne i Giovani Democratici e Alessandro Repetto, uno che su queste cose c’è, c’è sempre (chapeau), è stato in silenzio. Il resto del Pd e Sinistra ecologia e libertà, solitamente loquacissimi, per ora, hanno taciuto. Così come Marco Doria.
Niente da dichiarare? Davvero?

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