"Il caro petrolio costerà 390 euro a famiglia"

Adusbef e federconsumatori lanciano un nuovo allarme, chiedono al governo di intervenire riducendo il carico fiscale e dicono "sì" agli impianti di rigassificazione

Roma - Il petrolio sulla soglia dei 100 dollari al barile avrà ricadute importanti per le famiglie italiane, pari a un totale di 390 euro l’anno. Lo sostengono Adusbef e Federconsumatori, secondo cui "non si deve attendere che il petrolio arrivi a 200 dollari al barile per definire la situazione come vera e propria emergenza". Gli uffici studi delle due associazioni calcolano che le ricadute sul fronte dei carburanti saranno dell’ordine dei 120 euro, per il riscaldamento pari a 140 euro, per il gas e la luce 40 euro e per i costi di trasporto 90 euro. Una tale sofferenza del prezzo del petrolio, secondo Adusbef e Federconsumatori, determinerà anche costi indiretti sui processi industriali, ci saranno ricadute nella determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo per l’aumento del costo della materia prima utilizzata, per le varie trasformazioni chimiche e per i costi energetici contenuti nelle diverse produzioni industriali.

"Ridurre il carico fiscale" "Si tratta perciò - affermano le due associazioni - di accelerare, con determinazione, la costruzione di impianti di rigassificazione per aumentare l’importazione di gas metano, sarà necessario fare ingenti investimenti in energie alternative e razionalizzare in tempi certi l’intero settore della distribuzione dei carburanti. Ma è giunto anche il momento di ridurre il carico fiscale, con beneficio sui prezzi finali, dei carburanti e del consumo di gas per uso domestico».

Secondo i consumatori, infatti, le modifiche sul carico fiscale e sul processo di razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti porterebbero a risparmi pari a 110 euro annui a famiglia per l’Iva sul gas, 24 euro sull’accisa dei carburanti (se si diminuisce di 2 centesimi al litro) e 144 euro annui per risparmi sulla distribuzione (pari a 12 centesimi in meno al litro).

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